martedì 23 agosto 2016

Tra mano e pietra

Tra mano e pietra c'è un rapporto basato sulla voglia di lapidarti ogni volta che dici o scrivi qualcosa che fa l'effetto delle unghie spezzate sull'ardesia. Ma forse sono solo io a rabbrividire. Mi guardo intorno e mi sa che è proprio così. Sono così tanti ad applaudirti ad approvare i tuoi discorsi vuoti, le battutine orribili, l'intelligenza adattiva alle mode del momento.

Sarà meglio che smetta di leggerti, di pestare le tue stronzatine, altrimenti mi seppellisco vivo con il cumulo di pietre che mi sono cadute di mano ogni volta che ho avuto la patetica intenzione di scagliartene una.

Patetica perché, diversamente dalla piccola folla di linciatori della prostituta, ho lasciato cadere a terra le pietre senza che nessuno mi persuadesse, guardando in terra e scrivendo sulla sabbia. 

Chiunque è senza peccato scagli agli: allontanano le streghe.

La salvezza viene dalle pietre cadute, dai giudizi lasciati sospesi, dagli sguardi rivolti altrove. Su quella nuvola rosa cenere, per esempio. 

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