martedì 11 ottobre 2016

Difendersi dai sogni

Un tal Lucas si svegliò una mattina d'ottobre solfeggiando un mottetto montaliano, modificandone tuttavia parole e trama.
Lei ancora una volta era ritornata di notte a tormentarlo (anche se in quei frangenti tutto sembrava fuorché un tormento), a fargli credere, con il suo sorriso obliquo, che lei e lui avrebbero potuto appartarsi dietro quella porta, entrare poi in quella camera e prendersi in bocca avidamente con la stessa voglia, lo stesso appetito di ventenni che sfidavano laringiti acute e voci che si facevano via via più cupe – con lei che se ne restava incantata ad ascoltarlo crogiolandosi dentro qualche minima velleità edipica.
Lei era ancora una volta ritornata, come sempre a dargli l'illusione che fosse in cima ai suoi pensieri, tanto quanto l'orina che costrinse Lucas a scegliere se alzarsi e andare in bagno oppure se a resistere e dar corso al proseguimento posticcio del sogno, diventando regista di un film che non sarebbe mai stato proiettato.

Lucas iniziò il solfeggio:
Recidi, forbice, quel volto
solo nella memoria che si affolla.
Fa’ pure del grande suo viso che non ascolta
la mia nebbia di sempre.

Un freddo cala... Duro il cazzo svetta?
È solo l'orina. Dopo lo scrolla
non più la tua cicala
ma la prima pugnetta di Novembre.

4 commenti:

Rachel ha detto...

Va là che anche quando infiocchetti con urina, cazzo e pugnette sei un gran romanticone.

Luca Massaro ha detto...

Vani tentativi di ridurre l'amore agli umori

Marino Voglio ha detto...

...è già novembre lassù? o stai a fa' pasticci cor debbito, pippe pronte contro termine?

Luca Massaro ha detto...

Eccerto: cicala 'nzegna a vive come nun ce fosse un domani