sabato 8 ottobre 2016

Piangere se stessi

via
Sto male. Non riesco più ad aggiornare né ad annottare queste pagine come vorrei, o meglio: non so neanche se alla volontà corrisponda il vero. Mi sento prevedibile, mi sembra che ogni post dia l'impressione di una pagina già letta, come se questi pensieri buttati là nel mucchio non abbiano alcuna speranza non tanto di luccicare (dottore!), quanto di concimare non so bene quale cultura.
In breve: non penso di avere nulla da aggiungere; però non rinuncio ad aggiungere. 
Mi prendo qualche libertà, un giorno o due di permesso, senza rendere conto ad alcun datore di lavoro (casomai al latore di stocazzo), però mi rendo conto che se non aggiungo mi privo di un esercizio, di una ginnastica paradossale, di una fatica che non ha mai avuto - si badi bene - alcuna esigenza di essere ripagata da qualcos'altro se non dalla soddisfazione mia personalissima di aver suggerito qualcosa che, anche se non necessariamente mio, gratifica la mia intelligenza (ambulanza!).

Dei tre che mi leggono, due sono il pubblico (amici e passanti), l'altro sono io.

Per ora la mia faccia si riflette bene in questo specchio (fatemi una flebo).

1 commento:

luigi castaldi ha detto...

Tutto fisiologico, tutto fisiologico.