giovedì 6 ottobre 2016

Unghie

Non so quante donne mi amano. Le ho contate: mi sono scheggiato un'unghia.
Mi sono colpito per schiacciare con un sasso una nocciola.
La nocciola però era buona, fresca, croccante al punto giusto per miei molari otturati. Per un momento mi sono immedesimato nei nostri antenati, gli homo la cui evoluzione aveva programmato denti appositi per la masticazione della frutta secca.
Poi ho guardato allo specchio la mia faccia triangolare e ho pensato a Proust.
Così ho masticato lentamente la nocciola sì da estrarne gli oli essenziali per far del bolo una piccola, non meno nobile madeleine.

Ora che ricordo - non avevo ancora la patente -, un sabato sera di autunno, una ragazza mi diede la stessa impressione deglutendo un po' di saliva di un bacio che durò più d'una mezz'ora, seduti in una poltrona riparata d'una discoteca di provincia. «Sai di nocciola» le dissi, credendo di farle un complimento. Lei invece, caustica, mi rispose che aveva soltanto fumato roba nera appiccicosa. «Sarà l'averla miscelata con la birra che ho prima bevuto», le dissi, per darmi un tono adulto. «Può darsi», ribatté dubbiosa e proseguì: «A proposito di birra: perché non vai a prendermene una?».

Quando ritornai c'era solo la poltrona e un assonnato amico che mi implorava di tornare a casa, era tardi, dovevamo fare l'autostop. 
Nel farlo alle rare macchine che passavano, mi accorsi che l'unghia del pollice era scheggiata.

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