martedì 18 ottobre 2016

Variazioni Lindenberger

Quando me la sono vista passare accanto col carrello della spesa ancora semi vuoto, ho avuto un sobbalzo: non era lei. Le assomigliava, ma non era, e io ho tirato un sospiro di sollievo per fortuna colpendo una confezione di stracchino. Dio però come le assomigliava. I capelli erano dello stesso colore, lo stesso taglio degli occhi, medesime l'inclinazione del naso e l'incerta definizione delle labbra. Quelle labbra così sottili che, quando si aprivano per un sorriso, davano la sensazione di un sipario che metteva in scena lo splendore dei suoi denti. Ma lei, che non era lei, non ha sorriso, infatti, le labbra sono rimaste sigillate, chiuse come da un piombino di un pacchetto di burro, di quelli che per aprirli senza strappare il foglio malamente, ci vuole un cacciavite. Di più: lei non mi ha degnato – e giustamente – di uno sguardo, mica poteva immaginare che io avevo pensato per un attimo che lei fosse lei e non lei stessa. Chissà se in tutti questi anni lei è diventata come lei si presenta qui e ora affacciata davanti al reparto latticini. Non credo. Altrimenti sarebbe lei a essere qui e non un'altra che potrebbe essere ma non è. È lei in potenza, ma, ahimè, io non sono la sua radice quadrata.

4 commenti:

Olympe de Gouges ha detto...

pensavo finisse come Ultimo tango a Parigi, e invece sei rimasto con Occelli (Peppino) in mano

siu ha detto...

Racconto da supermercato, bello! anche se invero un po' succinto, ahimé, ma no, no... non mi lamento: ringrazio, smack!!

lozittito ha detto...

nei luoghi dove l'ammasso di merci è di più abbagliante splendore -lo dico senza ironia, la tua poesia "usa e getta" si fa più toccante. forse, nello specifico, l' individuo è un simulacro di individuo, il nome proprio delle cose è ancora da pronunciare

mood parecchio stralunato oggi

Luca Massaro ha detto...

@ Olympe de Gouges
Io amo Beppino.

@Siu
Grazie

@loZittito
è un bel complimento programmatico che spero di meritare