venerdì 1 dicembre 2017

In margine a un aforisma

«I politici, in democrazia, sono i condensatori dell’imbecillità» 
 Nicolás Gómes Dávila, In margine a un testo implicito, Adelphi, Milano 2001

Vero. Ma, per contro, in dittatura, i politici sono i condensatori di che cosa? Della saggezza? dell’integrità morale?

Insomma, quale che sia la forma di governo, non è la politica stessa a essere deficiente in quanto professione?
E quindi, soprattutto in Italia, visto lo spettacolo offerto: non sono gli elettori, in democrazia, a essere condensatori dell’imbecillità, quale che sia il segno sul quale appongono la loro “democratica” scelta con ciò credendo che qualcosa possa cambiare?



2 commenti:

Marino Voglio ha detto...

lo devi prendere come tipo un grande fratello - nel senso berlusconiano, non orwelliano.

il pubblico si immedesima ora con quella sciampista terrona, ora con quel diggei muscoloso; vota per l'una o l'altra, e paga lo show - lo show paga gli attori.

tu ed io non avremmo - o non abbiamo, boh - passato il casting; e comunque non faremmo meglio di loro.

Luca Massaro ha detto...

Sai quanto tenga in considerazione la tua saggezza. E se è vero che "noi" non faremmo meglio di "loro", nondimeno non faremmo peggio, al limite come Nerone, bravo, grazie (e ci siamo capiti).