domenica 10 dicembre 2017

Intestini in fuga

a M.V.
Lui sa perché

Periodicamente, i giornali nazionali, molto provinciali, trovano per strada, preferibilmente all'estero, un cervello in fuga e neanche lo intervistano, no: lo lasciano dichiarare, ché i cervelli, quando parlano, non vanno interrotti, benché meno con domande inopportune, con rilievi minimi, banalità. Sicché, una volta datogli spago, se lo arrotolano su se stessi (cervelli insaccati), e raccontano l'edificante storia che li ha visti prima incompresi ed esiliati, poi gratificati e insigniti di onori, incarichi di prestigio e novelle cittadinanze.
Bravi cervelli, ce l'avete fatta e tutto per merito vostro, del vostro impegno e sacrificio, della forza d'animo che vi contraddistingue.

Volete una medaglia? Un gagliardetto? Una spillina col tricolore italiano da appuntare sul petto in memoria della vostra ex patria? Ecco qua. Ma per favore, risparmiateci, cari cervelli, prediche, invettive, commiserazioni. Soprattutto: non abboccate a quello che i supposti giornalisti nazionali (provinciali) vogliono farvi dire, per dare conforto a uno stereotipo vieto e metaforicamente intollerabile. Già. Mai una volta che si parli - a giusto titolo - di intestini in fuga.

Infine, notazione a una dichiarazione cervellotica, questa:
«“È triste dirlo ma scappate da una classe politica che sta uccidendo tre generazioni di giovani [grassetto non mio] – che mai nessuno ridonerà al nostro paese – e andate all’estero a realizzare i vostri sogni. Andare a lavorare fuori dall’Italia è ormai l’unica strada percorribile”»
In quanto facente parte di una delle tre generazioni citate dall'illustre cervello in fuga, io, in quanto intestino rimasto (e dajè), ritengo quanto segue: siamo sicuri sicuri che la colpa, tutta colpa dello sfacelo italiano sia dei politici? Di più: che la classe politica sia colpevole di genocidio? E Maria Elena Boschi e Luca Lotti ammazzano senza ammazzarsi? Ma soprattutto: prima di sparare una cazzata dichiarare una cosa del genere, un cervello (sia esso in fuga oppure no) ha, quantomeno, il dovere di chiedersi se in Italia i giovani, dato che da tre generazioni non hanno futuro, quattro, cinque, sei generazioni fa, lo avevano? E, se sì, era merito della classe politica, ça va sans dire. E com'è che i politici di una volta riuscivano a dare futuro e prospettiva di sviluppo ai giovani di un tempo? 

Rispondete voi al cervello in fuga.



4 commenti:

Marino Voglio ha detto...

penso da molto tempo che per un cervello in fuga il silenzio sia l'atteggiamento più decoroso.
figuriamoci per un intestino!

S. ha detto...

sarà l'ora tarda, io tonta, ma sinceramente non ti ho capito...Questi ragazzi, così come dice il " cervello in fuga" parla di verità ineccepibili.
Nelle nostre università le cose sono esattamente così, o sei il figlio del barone piuttosto che la sgualdrinella borghesuccia, oppure non c'è trippa per gatti...ma lo sai, e penso che lo sai, se leggi ilfattoquotidiano, che nella legge di stabilità hanno ulteriormente decurtato le borse di studio, giusto per dire l'ultima ?
mah!

Luca Massaro ha detto...

cara S.
mi dispiace, non sono stato capace di farmi capire... Colpa mia.
Come diceva il caro Nanni: "Le parole sono importanti" e anziché prendere a schiaffi Chicche e Sia, ho cercato di riporre il "cervello in fuga" dentro la "testa del raziocinio". È indubitabile che nelle università italiane accada quello che tu descrivi. E non è quello che voglio negare. Voglio soltanto suggerire un uso meno stereotipato del linguaggio e, insieme, una maggiore attenzione nel lanciare accuse un tanto "a generazione" colpendo soltanto la classe politica e non considerando che essa è una parte (rilevante) di un complesso sistema di relazioni economiche e sociali, ma non è la sola parte in causa.
Infine, un po' di folklore: nello stato in cui versano le nostre università, com'è che esse riescono comunque a sfornare un bel gruppo di "cervelli in fuga"?
P.S.
La mia è tutta invidia: vorrei essere stato anch'io un cervello in fuga, soprattutto per insegnare "civilizzazione italiana" (e non so come ancora non sia stata creata una cattedra del genere anche nelle nostre università)

S. ha detto...

sicuramente è un limite mio, non ho giustificazioni, ora mi è più chiaro.ovviamente condivido che " le colpe" non sono attribuibili solo ed esclusivamente alla classe politica, però di fatto, la classe politica per lo più è stata formata, prima dell' avvento del M5S, da professori universitari, grandi AD aziendali di stato e parastato, segretari sindacali e grandi professionisti, dunque la questione è circolare :)
Paradossalmente e nonostante le scarsissime risorse, nelle nostre università, ci si riesce a coltivare cervelli, non per tutti e non tutti, perché
di base, sono strutturate in maniera tale che la sapienza viene approfondita, sopratutto in alcuni ambiti, dove ricercatori e docenti sono fortemente motivati, perle rare, ma che stiamo perdendo definitivamente. Aggiungo un'ultima cosa e mimtaccio, non tutti i cervelli, all'estero, riescono ad emergere come la cronaca giornalistica ci rimanda, hanno solo più opportunità per mettersi in gioco.
Grazie!
buona giornata.