mercoledì 13 giugno 2018

Che nulla valga come cosa immutabile

Uno dei migranti (credo economici) a bordo dell'Acquarius, intervistato, ha dichiarato che non vede l'ora di realizzare il suo sogno di arrivare in Europa. 
Ma cosa sogna esattamente dell'Europa?
Sogna la società della merce, farne parte, innanzitutto come merce (forza lavoro) che vende se stessa per comprare altra merce. Sogna il mercato organizzato.
Questo accade perché nel loro luogo di provenienza v'è scarsità di merci, a cominciare dall'acqua, sino a tutta una serie di elementi che sono alla base di una vita decente: igiene, alimentazione, sicurezza. Uomini e donne che non hanno "pace", costretti a lavorare nel fango, a lottare per un pezzo di pane e un sorso d'acqua, a morire per un sì o per no
Domanda ingenua: come mai le popolazioni migranti non riescono a riprodurre la propria vita come riescono le popolazioni stanziali del Primo mondo? Da quali accidenti e (s)fortune dipendono tali circostanze? Perché paesi, regioni ricche di materie prime e natura rigogliosa sono incapaci di offrire alle proprie genti le condizioni (minime) di vita decente?
Risposta poetica: «Compagni, parliamo dei rapporti di produzione». Oppure: «Vi preghiamo - quello che succede ogni giorno non trovatelo naturale. Di nulla sia detto: "È naturale", in questi tempi di sanguinoso smarrimento, ordinato disordine, pianificato arbitrio, disumana umanità, così che nulla valga come cosa immutabile».

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Quando si verificano scaramucce diplomatiche tra le nazioni, la pace tra i popoli sembrerebbe soffrirne: poi basta sentire quella barzelletta in cui un italiano, un francese e uno spagnolo mandano all'unisono affanculo la propria classe dirigente (governo, opposizione, parti sociali) e, au même temps, l'orchestra attacca l'Inno Europeo che risuona in lungo e largo i paesi dell'Unione.


4 commenti:

Massimo ha detto...

Quello che rende perplessi è che quelli che si mettono in viaggio non sono esattamente i poveri di quelle popolazioni. Hanno dovuto sborsare quattrini che la maggior parte dei loro compaesani non hanno, spesso hanno titoli di studio. Non sono i poveracci a venire qui, quelli non si possono muovere.
Sono attirati dal "sogno europeo" che magari vedono in TV?
La verità è che noi non sappiamo veramente nulla dell'Africa.

Luca Massaro ha detto...

Vero. Epperò, dati i numeri, viene da chiedersi donde provenga tale ingente massa di capitale e perché non sia da alcuno impiegata localmente.

Andreataglio ha detto...

Premetto che non so nulla dell'Africa (che è come dire: non so nulla di astronomia, viste le dimensioni del continente), ma se la situazione è brutta come in Congo (o Repubblica del Congo, non mi ricordo in quale delle due la guerra civile imperversa tra novemila fazioni) di sicuro quei quattro spicci* io li userei per evadere lontanissimo piuttosto che per costruire qualsiasi cosa che i signori della guerra possano razziare.

Certo, i migranti non vengono quasi mai dal Congo (o dalla R. del Congo, vabbè). Non so nemmeno bene da dove vengono.

Massimo ha detto...

Forse sarebbe il caso di approfondire il ruolo delle Ong che fanno sbarcare ogni giorno i migranti. Sarebbe da approfondire gli enormi interessi economici e geopolitici che ci sono dietro a questi fenomeni. Sempre che tutto ciò non sia troppo complottista o di destra. Altrimenti c'è la versione ufficiale: sono poveretti che scappano da guerre e fame.