domenica 29 dicembre 2019

ll borseggio dei contenuti

Su Twitter ho letto di alcuni (giornalisti?) che si lamentano contro la ministra Bellanova perché ha riportato sul sito di Italia morta l'intervista che ella ha concesso a la Repubblica e che figura, in tale quotidiano online, come contenuto a pagamento.

Scrive un twittatorolo: 
«Teresa Bellanova è il ministro più scorretto ed irrispettoso della storia della Repubblica: ennesimo articolo riservato agli abbonati pubblicato, con metodi da borseggio, sul sito di Italia Viva». 
Cazzarola, se proprio denunciarla in quanto senatrice e ministro non si può, allora la magistratura dia mandato alla polizia postale di mettere i sigilli al sito del partito.
Ma siamo proprio sicuri che abbia borseggiato un articolo? E che questo eventuale borseggio la qualifichi come ministro irrispettoso e scorretto?

Chiudendo l'occhio sinistro e la narice destra, sono andato a vedere la malefatta sul sito morto di Italia Viva e, nella sezione notizie (non linko niente, se volete, cercate - sennò fidatevi), tra le ultime pubblicate, v'è appunto l'intervista che la ministra ha concesso alla giornalista Giovanna Casadio e pubblicata (credo) sul giornale in edicola e sul sito Repubblica it come contenuto a pagamento.

In tale intervista, dopo una premessa con domanda retorica che la ministra da sola si fa: «Come giudico il bilancio di fine anno del premier Conte?» per rispondersi come le torna comodo, si contano sei domande (ficcanti come i pugni di uno sparring partner) e relative risposte. Ora, le sei domande (in grassetto) contano circa 18 righe, le risposte invece ne contano circa 40. Ebbene, se di borseggio si tratta, la Bellanova, alla giornalista Casadio e quindi a Repubblica, dovrebbe restituire soltanto i manici (e i punti interrogativi).

Quale danno economico tale borseggio avrà provocato? Ovverosia, chissà quanti internauti avranno letto a sbafo l'intervista, sebbene fossero stati lì, con la carta di credito o via paypal, pronti a sborsare quattrini come davanti a una bbw di Chaturbate? Infatti, come perdersi lo spettacolo della Bellanova che per due volte due (!) dice: «Facciamoci una domanda e diamoci una risposta»? Per gli amanti del genere, sono momenti di pura eccitazione, che portano gli utenti a godere come davanti a uno squirt.

E che diamine, quindi, signori e signore delle redazioni, considerato che vi battete indefessamente in difesa della libertà d'informazione per noi lettori e per tutti coloro che hanno a cuore i principi della democrazia e della convivenza civile: lasciateci un un po' divertire a sbafo coi vostri contenuti altrimenti a pagamento.

sabato 28 dicembre 2019

Un pregiudizio salomonico

Avevo un pregiudizio. Poi ho tolto il pre e - come Salomone - ho deciso di tagliare il bambino. Per fortuna per il bambino, la mamma buona s'è fatta avanti e m'ha pregato di risparmiarlo e di darlo per intero alla mamma cattiva, la quale (cattiva) avrebbe preferito il bambino diviso in due piuttosto che riconoscere che non era suo, ché l'aveva rubato di notte dal letto in cui dormiva con la madre vera (la madre buona), mettendole accanto il figlio morto soffocato da lei involontariamente durante il sonno, giacché entrambe si trovavano nella stessa camera di un centro di prima accoglienza per rifugiati.
Di fronte alla diversa reazione delle due donne comparse in giudizio, io, saggio come Salomone ai tempi di Salomone, decido, contrariamente a lui, non di tagliare il figlio vivo, ma di fare la volontà della madre buona, di dare cioè il bambino alla cattiva, che abbia a tenerselo, a nutrirlo, allevarlo, mandarlo all'asilo, a scuola, a vivere la sua adolescenza e poi l'età adulta, eccetera, finché avrà figli e lei nipoti, che lei, in quanto nonna, alleverà, porterà a scuola finché non diventeranno grandi, e lei poi invecchierà, zoppicherà e il figlio, che aveva voluto così tanto da rubarlo alla madre buona, anziché accudirla, le manderà una badante cattiva.
E invece la madre buona, ch'era rimasta senza figli, invecchierà soffrendo sì un po' di solitudine, epperò senza neanche tante rotture di coglioni di figli e nipoti, e coi soldi messi da parte si pagherà un posto in una residenza sanitaria assistita decente, con del personale di servizio apparentemente cordiale che la farà sentire un ospite rispettato e benvoluto.

Perché ai tempi del capitalismo maturo come un diospero che sta per cadere sulla testa di un neokeynesiano in attesa dell'aumento della spesa pubblica, la saggezza si dimostra soprattutto con la previdenza, come dice anche il direttore generale dell'Inps.

giovedì 26 dicembre 2019

Cari protomartiri

Riflessione linguistica da protomartiri: non dite «Renzi, Salvini o Di Maio mi stanno sul cazzo» perché vi si ammoscia. Basta mandarli "affanculo camminando", come m'insegnava un collega corriere del Circeo (quando facevo il corriere), riferito a coloro che intralciavano il traffico.

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Dato che la coerenza a breve termine è una virtù rara (a lungo termine non ha senso, giacché le cose col tempo cambiano e la coerenza può rivelarsi una stupida costrizione), un plauso al dimissionario ministro Fioramonti, il quale (purtroppo per lui e per la scuola pubblica italiana) ha mantenuto una promessa e, al contempo, ha chiuso la bocca aperta di quel boccaperta di Salvini.

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Lo so che da almeno un decennio (e più) siamo abituati a leggere notizie anche quando le redazioni sono ufficialmente chiuse per i giorni festivi, ma appunto per questo: se i giornali italiani stessero chiusi anche un mese, se ne sentirebbe la mancanza? A sentire adesso le prefiche de Il Foglio nutro un forte desiderio che davvero almeno un giornale, seppur piccolo e a tiratura assai limitata, perisca, trascinando nel vuoto il vuoto che si ostina quotidianamente a produrre.

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Perché la politica politicante ha davvero bisogno di educatori e/o consiglieri? E, nel caso, i giornalisti, i notisti, gli editorialisti sono loro gli incaricati ad assolvere il compito?

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Muoia Ferrara Il Grasso con tutti i cicisbei.

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Muoia anche e soprattutto la Repubblica, così insopportabilmente borghese. 
E Altan? E Bucchi?
Pubblichino sulle nuvole.

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Poi muoiano anche tutte le trasmissioni televisive politiche, e restino le televendite. La Gruber a vendere cerone. Mentana, pentole. Gli altri: chi sono gli altri, non mi ricordo più?

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Dopo Internet, senza la superflua ripetizione dei contenuti dei vecchi media, come sarà? 
Come una discarica senza plastica.

martedì 24 dicembre 2019

Buone feste

Ci sono alcuni che, pur non essendo ebrei, augurano buona Hanukkah agli ebrei. 
Ci sono alcuni che, pur non essendo cristiani, augurano un buon Natale ai cristiani.
Ci sono alcuni che, pur non essendo musulmani, augurano una buona rottura del digiuno ai musulmani.
Ci sono alcuni che, pur non essendo né ebrei, né cristiani, né musulmani, non augurano un buon Nulla agli ebrei, ai cristiani, ai musulmani.

Eppure, sarebbero ottimi auguri quest'ultimi.

the end of a short affair

I tried it standing up
this time.
it doesn’t usually
work.
this time it seemed
to …
she kept saying
“o my God, you’ve got
beautiful legs!”
it was all right
until she took her feet
off the ground
and wrapped her legs
around my middle.
“o my God, you’ve got
beautiful legs!”
she weighed about 138
pounds and hung there as I
worked.
it was when I climaxed
that I felt the pain
fly straight up my
spine.
I dropped her on the
couch and walked around
the room.
the pain remained.
“look,” I told her,
“you better go. I’ve got
to develop some film
in my dark room.”
she dressed and left
and I walked into the
kitchen for a glass of
water. I got a glass full
in my left hand.
the pain ran up behind my
ears and
I dropped the glass
which broke on the floor.
I got into a tub full of
hot water and epsom salts.
I just got stretched out
when the phone rang.
as I tried to straighten
my back
the pain extended to my
neck and arms.
I flopped about
gripped the sides of the tub
got out
with shots of green and yellow
and red light
flashing in my head.
the phone kept ringing.
I picked it up.
“hello?”
“I LOVE YOU!” she said.
“thanks,” I said.
“is that all you’ve got
to say?”
“yes.”
“eat shit!” she said and
hung up.
love dries up, I thought
as I walked back to the
bathroom, even faster
than sperm.

Charles Bukowski, Love is a Dog from Hell, 1977

lunedì 23 dicembre 2019

Ecco l'iban

Non so se voi dietro di voi avete visto qualcosa, io vedo il tempo, ma non me sono accorto quanto esso sia dietro alle spalle dei forse, dei fosse stato, dei semplici non sequitur, perché niente consegue, tutto segue, io dico seguitando, accorrendo - e perché non mi racconti una storia?

Quale storia?

Quella di una ragazza che i genitori allevarono tra libri e cavolo nero, finché lei, sui sedici, divenne un'alfabeta funzionale, nel senso che troppa cultura la fece propendere e per questo si dette alla lap dance. Al padre scrittore gli prese il blocco dello scrittore e non scrisse più prosa né poesia per un semestre e mezzo, il tempo necessario per concepire e sgravare un madrigale all'ingratitudine; mentre alla madre dette lo sprone per sciogliere le trecce ai cavalli e correre via, lontano da quei campi di cavolo e da quei recinti coniugali che imprigionavano i suoi migliori anni di donna dentro la gabbia del matrimonio.

Via. E andarono, la ragazza e la madre, ad abitare in una città di mare, a qualche chilometro da Busto Arsizio. Furono giorni difficili e facili: difficili, perché il marito e padre non gli passava gli alimenti. Facili, perché la madre trovò lavoro in un negozio di alimentari. Difficili, perché dovevano pagare l'affitto e le spese di condominio. Facili, perché l'affitto lo pagavano con le mance che la ragazza si trovava incastrata nel filo delle mutande dopo le sue performance notturne di ballerina e tra di esse c'erano anche quelle dell'amministratore condominiale, un geometra dall'alito pesante che faceva spesso colazione con un'aringa sottolio, due olive denocciolate e mezzo fernet allungato con acqua minerale gassata.

Tutto scorreva, con l'aria marina che schiariva i pensieri più cupi. Il marito scrittore vinse il premio Faviello e la sera della premiazione, in mezzo a tanta mondanità, si sentì solo come una fava. Si sgusciò, si lessò e scrisse una mail alla moglie per dir loro grazie, averlo lasciato gli aveva fatto scrivere il romanzo che aveva vinto il premio e per questo voleva donar loro metà della somma che aveva ricevuto.

- Ecco l'iban: IT00010785417 UDPAFU -, rispose la moglie, a stretto giro di posta.

venerdì 20 dicembre 2019

Such a shame

Non parlo (quasi) più di politica, data l'impotenza della politica o della potenza politica riservata ai pochi eletti che ne usufruiscono per i propri cazzi, non certo per quelli di coloro che li hanno eletti. O dello scoramento istituzionale, ché l'Istituzione è un trucco per la società inesistente, bandiera dopo bandiera, inno dopo inno, martire dopo martire, che solo la demenza nazionalista fan convenire al riguardo, al rispetto, alla difesa a oltranza - ma re, burocrati di corte, buffoni e popolo sono nudi, anzi peggio: invisibili.

Nella invisibile visibilità delle vite superiori, conteggiabili e nominabili, ché esse ci tengono a essere nominate come quelle degli dèi ulteriori, ma non troppo avvicinabili, per questo sempre ben protette, sia perché lontane dai circuiti delle vite minime dei faticanti, sia perché contornate da un'alta schiera di servitori ben remunerati e fedeli e mai che muoiano male, i semidèi, salvo qualche caso che opportunamente muore perché occorre, ogni tanto, riempire il vuoto dietro l'altare con un nuovo culto.


Ma che cosa sto dicendo?

Come l'oracolo di Delfi, non dico, ma accenno.

A cenni.
A sentenze.
Frasi scomposte e paragrafi inutili.

[...]

Fate finta che il post inizi ora. In fondo sì, è così: quella roba scritta sopra è stata scritta ieri notte mentre le palpebre calavano e io facevo stare due o tre neuroni a galla con le dita a battere sulla tastiera. 

Sono implicito, Fiona, perché non ho voglia di spiegare niente, non avendo niente da divulgare. Da me non dovete pendere. Qui vedete appendere soltanto i miei panni, giacché

rivesto quello che vuoi
son l'attaccapanni

Ed ecco, acchiappo un ricordo e, appunto, lo appendo.

Quando uscì Don Giovanni di Lucio Battisti, ero poco più d'un ragazzino che andava in discoteca e, mi ricordo, dj Schubert (all'epoca i dj assumevano nomi d'arte di riguardo), tenne per un lungo periodo in scaletta la canzone omonima. Nel buio della sala, dopo tanta musica disco, si creava un effetto mistico: tutti si ricomponevano e ascoltavano in quasi religioso silenzio il pezzo. E mentre il fumo delle sigarette si mescolava a quello colorato delle macchine, nel piano rotondo rialzato della sala prendeva posto, come una star, Franca, il gay nostrano fan di Malgioglio (gli assomigliava, solo era più basso e tracagnotto), che si metteva a danzare, come una farfalla, l'aria di Don Giovanni, con delle pose e un modo tutto suo di rendere omaggio alla canzone di Battisti. Non volava un fischio, tutti lo guardavamo ammirato e nessuno osava sbertucciare quello che, in altro contesto, sarebbe sembrata immediatamente una macchietta. Ma non era così: in lui si rifletteva il testo della canzone e le note ad alto volume erano ulteriormente amplificate dal suo corpo. Fino allo struggimento finale del sinceramente non tuo... che, durante l'eco, gli rigava di lacrime gli zigomi coperti di cerone.

L'epilogo della canzone consentiva poi a Franca di scendere, nobilmente, ed eclissarsi, nel compito di pr, mentre Schubert ci mixava sopra Such a shame.

Che vergogna, tenere un blog, che vergogna, credere nella fuga. 

martedì 17 dicembre 2019

Poveri uomini soli

Poveri uomini soli, dirigenti o divergenti, lavoratori che hanno tanti colleghi eccezionali di lavoro ma che fuori del lavoro non hanno colleghi fuori lavoro per camminare senza lavorare in parchi umidi e con papaline nere, per parlare di cose serie, per esempio: vale più una sega fatta bene o una scopata fatta male; o anche: alla fine del salmo sarà vera gloria alla Davide o polvere alla Qoèlet?

- Achille, vieni a correre domani?
- No, Ettore: ho la fascite.

«Ho considerato poi la sapienza, la follia e la stoltezza.
- Che farà il successore del re?
- Ciò che è già stato fatto.
- [ma vaffanculo]
Mi sono accorto che il vantaggio della sapienza sulla stoltezza è il vantaggio della luce sulle tenebre.
Il saggio ha gli occhi in fronte ma lo stolto cammina nel buio. Ma so anche che un'unica sorte è riservata a tutt'e due.¹ »

E diventa virale. Ma una volta diventato virale, si evira.

______________
¹Qoèlet, 2, 12-14

domenica 15 dicembre 2019

Sapessi

Sapessi
quale vita volessi
si potesse volere
la vita che si vuole
forse
potrei anche sapere
che cosa volere
senza alcuna premessa
una vita
che basti a sé stessa
che scorra
senza troppa fatica
e si sciolga nel tempo
senza tanti rimpianti
per le occasioni
trovate e perdute
tra passi felpati ed inciampi
una vita
che non chieda allo specchio
a cosa serve la vita
tra il bambino che ero
e quel vecchio
che vedo lontano laggiù
mentre impreco
dando il braccio a mia mamma
che mi teneva in braccio
e adesso guardo di sbieco
mentre avanza arrancando
per paura del ghiaccio
con l'insopportabile peso
di figlio impotente
una vita
che tra essere e stato
impari a diventare aeriforme
evaporando nel profilo lontano
di nubi e montagne
nell'azzurro Nettuno
nel celeste di Urano
lontano lontano
ai confini di questo sistema
una vita
che non sia scema di affetti
che non stia dentro
uno schema preconfigurato
una vita che esca
e giri a vuoto nel vuoto
o stia ferma
come il milite ignoto
con una debole luce
che illumina il niente.
Una vita ubbidiente
a un solo padrone
ch'è nient'altro che il Sé
un piccolo io che rifrulla
tra l'essere e il nulla
a pensare perché
proprio lui e non un altro Sé
e se quel Sé che non era
era proprio necessario che fosse
come un colpo di tosse
per schiarirsi la gola
e cantare Ancora, ancora
con l'accento sdrucciolo
per attraccare la mente
alla vita presente.



venerdì 13 dicembre 2019

Apparizioni post-elettorali

È da un pezzo che, dei giornali inglesi, sfoglio soltanto le pagine culturali e scientifiche. Ma oggi, dopo che la loro volontà popolare si è espressa, non ho potuto esimermi di consultare anche la pagina politica.
via

Certo che, se anziché apparire nelle coste californiane, gli elettori britannici fossero arenati nelle coste del Maine, la notizia sarebbe stata più credibile.

_________
Curiosità: se li mettono sotto le ascelle, che cosa succede?

mercoledì 11 dicembre 2019

All'ombra delle ascelle in fiore

via

Mi è caduto l'occhio sulla notizia sopra riportata, non tanto perché attratto da tale pratica, quanto perché pochi giorni or sono, durante una classica spesa in un supermercato, nel percorrere i vari reparti, mi sono imbattuto (il naso si è imbattuto) in frequenti zaffate ascellari di ragguardevole potenza che m'hanno fatto filare alla cassa spedito con metà della roba che avevo in mente di comprare, col risultato che ho speso meno del solito, cosa, questa, che in un certo senso mi ha fatto godere.

_______________
N.B.
Nel caso alcune ascelle muliebri fossero disposte a concedermi le loro grazie, sappiano che preferisco la profumazione naturale, senza alcool, né parabeni.

martedì 10 dicembre 2019

Briciole del pensiero

Stavo pensando, ma possibile che stia pensando? Che azione sto compiendo in concreto? È qualcosa che appartiene anch'essa al mondo fisico (sì) oppure, anche se sì, a volte da esso si dislega (riesce a slegarsi, come una scarpa sciolta, ci cammini un po' senza accorgertene finché non inciampi), e vaga in una dimensione altra, un altro tempo, o quello passato o quello delle possibilità?
Allora, per non rispondere alle domande un po' troppo complicate, data l'ora, e soprattutto: per non mettere il cervello in una vasca, lascio evadere il pensiero dal mio personalissimo 41 bis (cheri), socchiudo gli occhi e mollo l'ancora e libero il tu.

***
Ho letto un titolo - quindi non l'intervista - in cui Landini dichiara che occorre fare un'alleanza con governo e imprese per impedire che il Paese si sbricioli. Dato che dovevo sparecchiare, ho scosso la tovaglia con le briciole fuor di finestra, qualche passero solitario passerà. Ma a parte ciò: ho letto pure il sottotitolo, in cui si dichiara che
«Il lavoro, la qualità del lavoro e i diritti di chi lavora devono essere al centro del progetto per governare la transizione verso un nuovo modello di sviluppo ecocompatibile ma anche la trasformazione tecnologica in atto nel sistema produttivo. Un progetto per impedire che il Paese si sbricioli.»
E dài con le briciole. Sa Landini che le briciole si producono affettando il pane? Sa anche chi sono coloro che tagliano il pane in Italia, ovvero coloro che hanno il coltello dalla parte del manico? I lavoratori? O i prenditori di lavoro? Inoltre, sa Landini che la qualità del lavoro e i diritti di coloro che lavorano, per essere al centro del [eccetera], dipenderebbe, allo stato presente, soltanto da un piccolo codicillo legislativo che imporrebbe una drastica riduzione dell'orario di lavoro? Nel progetto per impedire che il Paese faccia le briciole, c'è questa indicazione?

No.

Allora, caro Landini, vai a cercare i funghi. Allucinogeni, per immaginare un po'.

sabato 7 dicembre 2019

Il nipote di Keynes

«Sono molto contento di essere Qui, come disse un nipote di Paperone». Anche le formiche, nel loro piccolo...
«We shall do more things for ourselves than is usual with the rich today, only too glad to have small duties and tasks and routines. But beyond this, we shall endeavour to spread the bread thin on the butter-to make what work there is still to be done to be as widely shared as possible. Three-hour shifts or a fifteen-hour week may put off the problem for a great while. For three hours a day is quite enough to satisfy the old Adam in most of us!
There are changes in other spheres too which we must expect to come. When the accumulation of wealth is no longer of high social importance, there will be great changes in the code of morals. We shall be able to rid ourselves of many of the pseudo-moral principles which have hag-ridden us for two hundred years, by which we have exalted some of the most distasteful of human qualities into the position of the highest virtues. We shall be able to afford to dare to assess the money-motive at its true value. The love of money as a possession -as distinguished from the love of money as a means to the enjoyments and realities of life -will be recognised for what it is, a somewhat disgusting morbidity, one of those semicriminal, semi-pathological propensities which one hands over with a shudder to the specialists in mental disease. All kinds of social customs and economic practices, affecting the distribution of wealth and of economic rewards and penalties, which we now maintain at all costs, however distasteful and unjust they may be in themselves, because they are tremendously useful in promoting the accumulation of capital, we shall then be free, at last, to discard.
John Maynard Keynes, “Economic Possibilities for our Grandchildren (1930),” in Essays in Persuasion (New York: Harcourt Brace, 1932), 358-373 (file pdf, pag. 4) 

Che belle, sante parole. Purtroppo però, per il vecchio Adamo, questi cambiamenti non saranno realizzati con le riforme, ma con qualcos'altro che ora non sto a dire, un po' per non abusare di una parola che è facile immaginare quale, e un po' perché ancora non abbiamo una diffusa contezza di vivere un'epoca di rivoluzione sociale, per cui non mi rimane che rimandare alla Prefazione di Per la critica dell'economia politica di Marx, dove si legge: 
«Quando si studiano simili sconvolgimenti, è indispensabile distinguere sempre fra lo sconvolgimento materiale delle condizioni economiche della produzione, che può essere constatato con la precisione delle scienze naturali, e le forme giuridiche, politiche, religiose, artistiche e filosofiche, ossia le forme ideologiche che permettono agli uomini di concepire questo conflitto e di combatterlo».
Ecco, tali forme ideologiche, oggi, ahinoi, non consentono affatto agli uomini di concepire alcun conflitto e di combattere per la liberazione, per l'affrancamento (tre ore di lavoro al giorno porcaputtana! quindici ore a settimana come immaginava anche Keynes!) dalla oggettiva schiavitù del capitale, del valore e del lavoro. Quindi, non resta altro che sperare che le forme ideologiche non riescano più a coprire il giochino D-D' (formula alla quale si riduce la produzione e schiavizza le umane genti e fotte l'intero pianeta) e che, dato lo sviluppo delle forze produttive, nella società si creino le condizioni materiali di rottura dell'attuale sciaguratissimo dominio di classe borghese di merda e si possa finalmente concludere «la preistoria della società umana». 
E se non sarà per noi, che sia almeno - e per davvero - per i nostri nipoti.

venerdì 6 dicembre 2019

Gigante pensaci tu

Per seguire... no, non per seguire: per tuffarmi nell'onda polemica sulle nocciole turche che compongono la crema di nocciola, cacao ghanese o ecuadoregno, latte in polvere piemontese, zucchero europeo o extraeuropeo e olio di palma indonesiano o malese più famosa del mondo, oggi, al supermercato, ho visto una classica offerta natalizia sui cotechini composti con carne di suino nazionale (oddioporco!), allevati, negli ultimi quattro mesi, senza antibiotici e mi sono chiesto: ma le aziende farmaceutiche italiane produttrici di antibiotici da allevamento non dicono niente, non  minacciano licenziamenti?

***
Alcuni anni fa, per avere internet sul pc anche fuori casa, comprai una chiavetta della vodafone che non prevedeva abbonamento, ma solo il pagamento del mese durante il quale se ne faceva utilizzo. Dopo circa quattro anni, la scorsa estate, vodafone ha deciso (credo in combutta con tutti gli altri operatori, ma non so di preciso) di far pagare un tot per il mantenimento della "sim" dati, anche se inutilizzata. Siccome questo è un cambio unilaterale delle condizioni contrattuali, avevo diritto alla disdetta immediata e gratuita, se la comunicazione di tale operazione mi fosse arrivata per tempo (scadeva credo a fine luglio). Ma, purtroppo, l'avviso è giunto a ottobre, via posta ordinaria, tra l'altro a un indirizzo (via e numero) sbagliato.
Li chiamo e, con la pena solita per quanto sia complicato collegarsi con un operatore vivo, procedo con la disdetta secondo le loro indicazioni: a voce e attraverso il format del sito web.
Dopo una decina di giorni mi chiamano loro e mi fanno fare la registrazione telefonica di disdetta.
Credo che sia tutto finito, ma no: le bollette tra agosto e novembre le devo pagare comunque. A tal fine, mi chiama una società di recupero crediti comandata da vodafone, che mi dice come pagare, anche con bonifico, in un'unica soluzione: 15€ e sarà concluso il contenzioso.
Io faccio il bonifico, gli invio una copia dell'avvenuto pagamento ma, dieci giorni dopo, ricevo nuova mail di sollecito pagamento fatture.

Mi date per favore un suggerimento per chiamarli senza mandarli affanculo?

***
Il Censis, nell'ultimo rapporto sulla situazione sociale nel Paese, rileva che gli italiani vorrebbero un uomo forte che non debba preoccuparsi di Parlamento ed elezioni. E vabbè, non c'era bisogno di un rapporto del Censis per saperlo, bastava cercarlo nelle parole di Flaiano che «il fascismo conviene agli italiani perché è nella loro natura e racchiude le loro aspirazioni, esalta i loro odi, rassicura la loro inferiorità».
Ma ciò che più è interessante, è notare che gli italiani vorrebbero l'uomo forte perché costui non debba preoccuparsi di Parlamento ed elezioni. 
Ora, dal mio piccolo punto di vista di italiano minimo senza alcun orgoglio di esserlo, domando: ma se il problema sono il Parlamento e le elezioni, non sarebbe più facile non andare a votare, sì da non eleggere nessuno in Parlamento e provare a vivere in una nazione da bravi uomini deboli che non hanno bisogno di uomini forti che chiedono (perché lo vuole gente!, dicono) di fare a meno del Parlamento e delle elezioni?

mercoledì 4 dicembre 2019

Come a una spada

«Da molto tempo penso alla mia penna come a una spada». J.P. Sartre, Le parole, 1963

In alcune occasioni, ho pensato anch'io che la mia penna (la mia tastiera) fosse una spada, perché m'illudevo di essere tagliente. Ma, il più delle volte, mi sono accorto che essa assomiglia di più a un cucchiaio, che utilizzo per sorbirmi il brodo o il minestrone prodotto dalle circostanze.

Un volta rimestavo dentro pentoloni da refettorio. Adesso, considerato quel che passa il convento, la brodaglia mi si è ristretta, estraggo poco dalla realtà, forse perché ho meno fame di realtà, e ancor meno voglia d'inventarne una parallela, sebbene talvolta vi indugi, per vezzo o per darmi il tono di qualcuno che la sa lunga. 

Ma non la so lunga. La so ad elastico: per un attimo vedo lontano lontano, poi il visto mi ritorna indietro, di scatto, come uno schiaffo e mi inibisce l'azione. Sembro uno Stato democratico europeo a un summit della Nato. Poi alzo la mano e chiedo al Capo: ma perché non te ne vai affanculo camminandoci sopra?

domenica 1 dicembre 2019

Come stanno le cose. Extra

«Scopo precipuo del capitale è di usare la tecnologia per abbattere i costi, in primis quello della forza-lavoro, per far fronte alla caduta dei profitti (in rapporto al capitale investito). È il classico cane che si morde la coda, ma non è il caso d’insistere su questo “dettaglio”. Nei prossimi decenni si conteranno nuove decine di milioni di disoccupati, una situazione sociale che non potrà reggere a lungo. Prima ancora assisteremo a nuove crisi sui mercati finanziari, per cui resto in curiosa attesa di conoscere, dalle spiritose analisi degli “esperti”, le motivazioni e i nomi dei responsabili dell’annunciato prossimo disastro.»

Olympe de Gouges, Spiritose analisi

«Se non si comprende la natura contraddittoria del modo di produzione capitalistico che allo stesso tempo produce libertà e sfruttamento, ricchezza e povertà, l’uomo universale e la sua alienazione e via dicendo e si cerca di superarne in maniera progressiva la forma oramai inadeguata di riproduzione sociale, si ricade in un “prima” o “altro” che, per gli standard civili e sociali su cui si basa la nostra vita comune, significa semplicemente barbarie. Confondere la rivolta romantica anticapitalistica con la critica del modo di produzione capitalistico produce, alla fine della catena delle mediazioni, il fascismo. Il populismo è uno degli anelli di questa catena degenerativa.» 

Roberto Fineschi, Populismo, punti di partenza 


Plancton

Quarant'anni dopo The Wall l'Inghilterra è ancora una monarchia, sta costruendo un altro muro (la Brexit in soldoni) e si diverte a sguinzagliare terroristi a orologeria, giusto in prossimità di elezioni o di vertici Nato, sai com'è, bisogna pure accontentare la percentuale di votanti che recheranno alle urne a celebrare il rito democratico per eccellenza per far vincere quel butriolo cor cecio in bocca che ha il nome uguale a uno shampoo (non che se vincesse Corbyn muterebbe qualcosa di concreto, per carità, ma sai com'è, almeno visti da qui, non ci sono paragoni in quanto a tanfo - relativo all'andante "turatevi il naso, ma votate Labour Party, Holy shit!").

***
«Via le bandiere, via le bandiere. Siamo un fenomeno democratico senza simboli, né bandiere. Non vogliamo un simbolo a questa bellezza», ha urlato, da un megafono in piazza della Repubblica, a Firenze, un organizzatore di una manifestazione ittica. 
Bravo. Ma mi raccomando: conseguentemente a tale affermazione (condivisa dai presenti, che in coro ripetevano «via le bandiere, via le bandiere»), per le prossime elezioni o fate come Beppe Grillo e fondate un altro movimento di corpo elettorale, oppure, Santa Merda, non andate a votare, state a casa muti come pesci (!), anzi come plancton...

Finché arriva la balena
che dà un senso a quella pena
finché la balena
che vi inghiotte e se ne va.



P.S.
Alle sardine: ascoltate Marras (il sardo) e fate poco gli schizzinosi.