domenica 26 luglio 2020

Correre

Capitolo primo

25 luglio 2020, ciclopista dell'Arno, Toscana, Italia.

Chi può permettersi di ridere di Murakami Haruki?

1. Oggi è il 25 luglio 2020, un sabato. Ciclopista dell'Arno, nella Toscana nord orientale. Il tempo è buono, non troppo caldo per essere nel periodo del Solleone. Passa qualche nuvola di panna, sicché non c'è bisogno di alludere all'idea di nuvole. Sto da queste parti, a casa mia. Ogni mattino, siccome non sono uno scrittore, ma un blogger, non mi metto alla scrivania a lavorare, ma perdo tempo, questo sì, con sporadici post scritti e pubblicati (compreso questo, s'intende). Adesso scrivo, non per scrivere un libro, ma dei semplici post, seguendo la traccia di un libro, L'arte di correre (Einaudi 2009) di Murakami Haruki, noto scrittore giapponese. Il libro è definito in copertina come «lo straordinario autoritratto di uno scrittore-maratoneta»; eppure io lo trovo un libro assai imbarazzante, nel senso che se l'avessi scritto io mi sentirei in imbarazzo, anche se, evidentemente, la soglia del pudore, in fatto di scrittura, è diversa per ognuno. Ora, dato che da pochi mesi ho preso a correre anch'io, voglio cimentarmi a scrivere qualcosa non sull'«arte» di correre (non avendola tale arte, non ho potuto metterla da parte e tirarla fuori alla bisogna, davanti alla tastiera) ma sul fatto che io corra e perché e come mi senta correndo, cercando di mantenere il passo dello scrittore giapponese, nel senso di seguire il suo primo capitolo quasi come Pierre Menard scrisse il Don Chisciotte di Cervantes, ma non uguale uguale, no, quasi uguale, e il quasi è dato dal fatto che io scriverò per togliermi quel senso di imbarazzo che ho leggendo questo libro. 

4 commenti:

Marino Voglio ha detto...

sono tutt'occhi.

siu ha detto...

Presto, presto, il secondo! (disse la seduta al corridore, e non intendeva la pietanza)

Olympe de Gouges ha detto...

perché imbarazzo? fermati, non lasciarmi in ansia

Luca Massaro ha detto...

grazie, miei cari spronatori, grazie.