sabato 1 agosto 2020

Correre e cinque

5. Alla fine di maggio non mi sono trasferito a Cambridge, nel Massachusetts, e da allora correre non è tornato a essere uno dei momenti essenziali della mia giornata. Corro poco, non mi sono davvero messo d'impegno, neanche alla fine di quel fottuto confinamento dettato dal governo per via della pandemia. Cosa intendo dire con queste parole? Nient'altro che, contrariamente a Murakami, io non corro sei volte a settimana, dieci km a botta. No. Al massimo corro tre volte, se va bene quattro. E sopra i dieci chilometri lo faccio solo una volta a settimana. Va bene così, mi sembra accettabile, non voglio forzare la mano, anzi: le gambe.
Pare che l'estate nel New England, contrariamente all'estate hawaiana, sia molto più calda e afosa. 
- E allora? Allora, visto che c'eri, potevi anche restare alle Hawaii, o no? 
- No, altrimenti non avrei potuto dire che l'estate nel New England è molto più opprimente di quanto possa immaginare chi non ne ha fatto l'esperienza. 
- Ma noi ti crediamo sulla parola, e ci potevi credere anche tu: bastava una telefonata. Per esempio: «Ehi, tu, cittadino di Cambridge, nel Massachusetts, fa caldo da coteste parti d'estate?» E loro ti avrebbero risposto: «Sì, più caldo di quanto tu possa immaginare». 
- Eh, ma io sono uno scrittore e non riesco a immaginare se davvero l'estate da coteste parti sarà così opprimente. 
- E allora fa che cazzo ti pare, vieni pure, posto c'è per tutti, soprattutto per gli scrittori giapponesi meteoropatici.
Ma vabbè.
Comunque, per dire, è successo anche a me, in questi giorni molto caldi, di sudare come una bestia e sentire, sotto i raggi del sole, intorpidirsi la mente. Ma io, contrariamente a Murakami, nel mentre, riuscivo a formulare pensieri, tipo: «T'avevi a stare a casa, oppure a venire prima a correre, anziché ora alle 10». Il fatto è che io, all'alba, sebbene mi alzi all'alba, non ci riesco a essere "pronto" per correre. Mi ci vuole un po' di tempo per ingranare. Sicché finisco sempre per tirar tardi e l'unica maniera per correre decentemente è farlo in alta quota, sui sentieri immersi nel parco nazionale, cosa che ho fatto per esempio giovedì mattina, un'ora di corsa, che vi racconterò.
Ma prima.
Murakami ha iniziato a correre nel 1982 e ha scritto questo libro più o meno nel 2005. Ha corso tanto e partecipato anche a 23 maratone (dato del 2005). Io, ripeto, ho iniziato a correre lo scorso autunno, quindi non c'è gara. Non credo riuscirò mai a percorre una maratona, ma come lui mi sento dire che correre è un'attività che mi rende piuttosto felice (o meglio: contento), perché correre è consono al mio carattere, giacché, tra tutte le attività di esercizio fisico "sportivo", è quella che mi appaga di più dopo averla praticata. Anche il nuoto, per la verità, ma nuotare - non abitando vicino al mare - è più complicato.
Mi piace tenermi in allenamento. Prima di correre, per otto anni, sono andato in palestra a fare "pesi" e una specie di ginnastica a corpo libero (trazioni alla sbarra, piegamenti, un po' di kettlebell). Ho smesso perché la palestra dove andavo, lo scorso autunno ha diminuito in modo considerevole l'offerta di apertura oraria senza diminuire di conseguenza il costo degli abbonamenti. E, al contempo, hanno aperto il tratto di ciclopedonale lungo l'Arno dove abito. Non ho rinnovato quindi a settembre l'abbonamento. Poi tanto a dicembre il gestore a chiuso l'attività perché non ci andava più nessuno...

1 commento:

Marino Voglio ha detto...

e te credo che non ci andava più nessuno. ti devo pagare per sudare e per di pìù quando lo dici te...

(comincio ad avere lo stesso problema con il lupanare che alberga la mia concubina-sassofono)