martedì 30 marzo 2021

Vorrei essere un rinoceronte



Bello camminare o correre in questi giorni caldi di primavera, piuttosto insoliti per essere i primi, così soleggiati, luminosi, distesi come campi di granturco appena seminato nei tratti di campagna aperta che costeggiano la pista ciclopedonale. Il verde e l'azzurro sono i colori che più assorbono la luce e gli sguardi umani si farebbero di conseguenza più aperti e pronti a ricevere saluti o piccoli gesti che comunicano la condivisione di questo benessere. Si farebbero. E invece non si fanno, perlomeno nella maggior parte dei posseduti ancora dal timor panico di imbattersi nel nemico invisibile che può "essere ovunque", anche trasportato in giro dai perdigiorno, dacché costoro, sebbene rispettino tutti i distanziamenti personali del caso, vanno in giro senza mascherina.
E i poveri tapini fobici, con occhio acuto, non si godono la gloria del disteso mezzogiorno appunto perché restano concentrati per difendersi da coloro che, invece, camminano spensierati, lasciando i neuroni liberi di rimbalzare or qua or là, senza tenerli impegnati nel riflesso condizionato di indossare sul muso lo straccetto pieno di respiro andato a male.

Chissà quanto tempo ancora ci vorrà per dismettere questa pratica di asocializzazione, di castrazione labiale, di impedimento alla fonazione e trattenimento delle sillabe che formano le parole buongiorno o vaffanculo.

Tanto tempo, purtroppo. E più passa, più non ci si accorge quanto siamo scemi.

sabato 27 marzo 2021

I contatori

titolo di un post di un blogger famoso


Ho sempre più netta l'impressione che - complice il bollettino quotidiano diffuso dai beccamorti iscritti all'ordine -  chi fa la conta dei "decessi" interpreti in maniera perfetta, neanche avesse studiato Stanislavskij, il personaggio di una famosa barzelletta, il quale tutte le mattine, appena comprato il giornale in edicola, apriva la pagina dei necrologi per vedere se c'era il suo nome e, «Dannazione - disse l'edicolante -, proprio stamani che c'è scritto lui non è venuto».

Contano i morti, sì, ma mai nessuno di loro che abbia il coraggio di prendere un morto, la morte, per farne  "oggetto" di riflessione anziché usarlo/a come un'arma (assai impropria) per offendere, nel campo della persuasione e della rettorica, tutti coloro che provano a mettere in discussione la legittimità dei vari divieti, delle assurde chiusure, delle limitazioni effettive delle libertà individuali.

Uno dei motivi - di sicuro non il più importante - per cui non vedo l'ora finisca la presente crisi sanitaria (pandemia), è per vedere se le morti continueranno a essere contate anche dopo, a virus fermo. Presumo che non accadrà, dato che non è accaduto prima. Infatti, nessuno contava mediamente quanti morti al giorno c'erano in Italia. Eppure i "dati" erano (e sono) a disposizione. Soltanto i dati non si erano trasformati in "dita" usate, appunto, per infilarle in vari posti, negli occhi prima di tutto.

A me le dita negli occhi hanno sempre fastidio, più dei bruscolini. Allora, sin dallo scorso marzo, ho provato a usare i dati dell'Istat sull'argomento «decessi in Italia» per tentare di capire se, effettivamente, eravamo di fronte a qualcosa di apocalittico.


In effetti, sì: nel 2020 c'è stato un rilevante aumento della mortalità complessiva (soprattutto al Nord, ma non divaghiamo); tuttavia, tale aumento, pur essendo preoccupante, non nasconde il fatto che, anche negli anni precedenti alla pandemia, i decessi c'erano, eccome se c'erano, ma non erano contati. Così come non sono contati i decessi non covid che pure sono morti anche loro. E di che sono morti? Di vita?

Quanto sarebbe più utile che i contatori di morte, che di solito sono le anime belle della sinistra progressista, iniziassero a mettere le loro dita (o i loro dati) nelle piaghe della sanità pubblica che non ha saputo, in un anno intero, trovare una soluzione per aumentare i posti di terapia per i più bisognosi di cure e, soprattutto, le usassero per pizzicare il governo, il quale, su consiglio degli incaricati a consigliare, continua a fare la cosa che reputa più facile ma che è, di fatto, inutile: chiudere, vietare, limitare la libertà.

giovedì 25 marzo 2021

Democrazia, vita

«Il 24 marzo del 1944, 335 civili e militari italiani vennero trucidati dai nazi-fascisti nell'eccidio delle Fosse Ardeatine. Il ricordo di quella strage deve restare un monito per tutti noi e per le generazioni future. Difendiamo sempre la democrazia, difendiamo sempre la vita.» Roberto Speranza, pagina facebook del 24 marzo 2021
Esimio Ministro Speranza, mi consenta una domanda. La chiosa con la quale chiude la doverosa commemorazione delle Fosse Ardeatine («Difendiamo sempre la democrazia, difendiamo sempre la vita»), si riferisce a come le autorità politiche dovrebbero agire in riferimento a quel particolare periodo storico (qualora ipoteticamente e sciaguratamente si ripresentassero circostanze analoghe a quelle che determinarono l'eccidio), oppure essa avrebbe la pretesa - come, ahimè!, temo - di far intendere che l'attuale azione di governo contro l'attuale crisi sanitaria è mossa in difesa della «democrazia» e della «vita»?

Se quest'ultimo fosse l'intento suo, mi consenta altresì di inoltrarle questo messaggio.

mercoledì 24 marzo 2021

Gioventù riscaldata

In questo perdurante clima di castrazione sociale, economica e individuale, imposto da una politica del cazzo "motivata" da indicazioni tecnico scientifiche ispirate alla rabdomanzia, si sente dire che a soffrire molto questo stato di cose sono i giovani, perché essi si vedono negato il diritto di vivere a pieno la loro stagione migliore.
Alcuni commentatori, quasi con un tono di rimprovero, paragonano i giovani odierni ai polli di allevamento incapaci come sono di ribellione se non attraverso sporadiche forme individuali, subito riassorbite dal sistema con un hastag su twitter o un video su tik tok. Una volta - proseguono i commentatori -, i giovani erano fatti di un'altra pasta ed è assai probabile, quindi, che se tale crisi pandemica fosse occorsa alcuni decenni fa, sicuramente la ribellione giovanile si sarebbe fatta sentire o, quantomeno, si sarebbe diffuso un malcontento generale che, partendo dalle università, avrebbe finito per coinvolgere anche il mondo del lavoro. Insomma, qualche cassonetto e qualche auto in città sarebbero state incendiate; così come alcuni scontri con le forze dell'ordine sarebbero avvenuti (al netto di estintori caricati a salve e pistole invece no).

Oggi no. Oggi - sentenziano - i giovani si vergognerebbero persino a cantare il famoso refrain di Rovazzi.

Poveri giovani vilipesi e schiacciati da così tanta responsabilità, che guardano il mondo degli "adulti" confrontarsi con le loro cazzate del rischio zero, del non abbassare la guardia, di bar e ristoranti chiusi e del coprifuoco senza neanche una molotov per pisciarci sopra.

Come biasimarli? Non io. Io mi limito solo a consigliare loro che, se non avessero niente da perdere, a fare i rivoluzionari da giovani potrebbe riservare loro un radioso futuro come scrittori, giornalisti o venditori di crêpes o porchetta in riva in mar.

martedì 23 marzo 2021

sabato 20 marzo 2021

Polvere degli autotreni

Vedo nei tuoi occhi la polvere degli autotreni
la stessa che si posa nei cipressi che si piegano
alle raffiche del Baltico
agitandoli in modo inopportuno.
Tu capisci che non puoi guardarli
come si guarda, degli aeroplani,
la spuma di kerosene che non cade
sulle nostre palpebre assetate di luce.

È stato bello rivederti a mezza
mattina con il vento che impediva
di accenderti la sigaretta che ti eri
rullata in precedenza. Tu e il tuo tabacco
e il tuo fiato che si nasconde dalla vergogna
e la voce grossa, impastata
di saliva e fumo. Che cosa dovevi
dirmi?

Niente, salutarti.
Ricordarti che il grigio dei capelli
non corrisponde ai desideri,
che l'iride offuscata da lacrime
appena appena accennate
non dà l'anamnesi del mio stato d'animo:
fa solo freddo e questo sole al minimo
è ancora basso sulla linea dell'orizzonte.

Dimmi di te, piuttosto: dimmi.

E io zitto, zitto perché sapevo
che se iniziavo mi sarebbe venuta
la tosse, quel prurito alle corde vocali
che prende quando le parole
escono a fiotti e a sproposito
contro i servi gallonati che scantonano
sotto i portici della politica
riuscendo a convincere che tutto quello che fanno
lo fanno per te.

Brutti nel muso e fatti male addosso.
E brutti noi qui a parlarne saremmo
e io, no, non voglio, lasciamo stare,
cambiamo discorso.
Ti ho amato forse quanto mai nessuna
e mi strappasti la pelle quando 
ti staccasti da me.
Vedi le piaghe come mi sono rimaste
addosso?

No. Sei un  bugiardo. Non vedo niente
Ti diverti a dirmi questo. Sai benissimo
che fu necessario, più per te che per me,
che andassi via.
Guardami questa vita, queste
lacrime accennate, questa pelle
punteggiata di amarezze e di racconti
letti male nelle notti insonni.
Non saresti contento di amarmi ora.
Avresti consumato l'amore per inerzia.
Dovresti ringraziarmi, invece,
se davvero sono ancora 
la matrice dei tuoi sogni.
Solo così posso ritornare a essere per te
lo struggente fantasma dell'amore.
Io non sono più nient'altro che un ricordo
Io qui non esisto se non per 
respirare la polvere degli autotreni
e masticare il fumo di un tabacco americano.

È proprio il Pueblo che sta per essere
fumato senza resistenza alcuna.
Vorrei abbracciarti, ma non posso:
questa gente intorno non ha diritto
a vedere due che si salutano con un
normale «ciao, alla prossima»,
fingendo che una prossima volta
per dirsi ti amo ci sarà.

giovedì 18 marzo 2021

Giornate

18 marzo: Giornata in memoria delle vittime del Covid.


21 marzo: Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie; Giornata internazionale del Nowruz; Giornata internazionale delle Foreste; Giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale; Giornata mondiale della pace interiore; Giornata mondiale della Poesia; Giornata mondiale della sindrome di Down.

22 marzo: Giornata mondiale dell'acqua.

23 marzo: Giornata mondiale della meteorologia.

24 marzo: Giornata mondiale della tubercolosi; Giornata nazionale per la promozione della lettura.

25 marzo: Giornata internazionale della Solidarietà per i membri del personale Onu arrestati o scomparsi; Giornata internazionale in ricordo delle vittime della schiavitù; Giornata mondiale del nascituro.


28 marzo: Giornata della prevenzione oncologica.


6 aprile: Carbonara Day.

[...] 

domenica 14 marzo 2021

Io non so parlar d'amore

Basta, vorrei parlare di altro o di Alberto 
anche se non lo conosco di persona
è solo un nome che rammento spesso
dato che comincia con la A
giacché non posso partire da Alfredo
dare sempre la colpa a lui, povero ragazzo,
che mi fa sciupare tutte le occasioni.
Sicché io, lo confesso, in un momento 
di scarsa ispirazione poetica
e abbondante frantumazione testicolare
chiedo ufficialmente alle autorità competenti
che mi sia fornita una consulenza gratuita 
con un andrologo, per ricomporre il puzzle
del mio essere, almeno il quinto quarto
per infarinarlo, passarlo nell'uovo,
e friggerlo, come le granelle.

Io non sono un illuminato: mi spengo
spesso, così consumo meno lume ontologico
per rispondere alle testedicazzo che non vogliono
capire, agli antifascisti della terza ora
che sono favorevoli alle chiusure,
alle restrizioni, ai divieti,
agitati da paure primordiali,
gente che parla al noi dicendo che «siamo
indisciplinati», «non rispettiamo le regole»
e si rivolgono alle pagine facebook dell'autorità
lacrimando come prefiche a gratis.

Ma chi è quel noi? Voi? 
E se siete voi, che cazzo rompete le palle
a me?
Questa abitudine malsana di parlare per gli altri
vi andrebbe estratta senza anestesia,
come il giudizio.

venerdì 12 marzo 2021

I sonnambuli

Uh che bello! Quante critiche alla Repubblica degli Agnelli che oggi sparava in prima pagina "Astrazeneca, paura in Europa"! O anime pie, siete gli stessi censori che non dicevate un cazzo di niente allorquando, al posto di Astrazeneca, c'era la parola Virus? Sì? Bravi. Per caso, a vostra difesa, adducete che "Un anno fa i giornalisti hanno lanciato un giusto allarme contro la pandemia", mentre adesso, invece, vi scandalizzate dicendo "Guardate che cosa scrivono gli infami per vendere una copia in più"? Bravissimi. Siete dei risvegliati e, forse anche per questo, dal sonno della mia ragione, sogno spesso di mandarvi affanculo.

lunedì 8 marzo 2021

Seminare panico

 

lunedì, 8 marzo 2021, ore 16:45


Ecco qua, la schermata di Google News di pochi minuti fa. Ecco come funziona la saldatura tra media e potere, coi primi che preparano il terreno (l'opinione pubblica) alla necessità e il secondo che, dopo simile aratura e fresatura, piantano i loro decreti leggi a forza nel corpo del popolo.
«Si fottano», sarei tentato di dire, se i fottuti non fossimo noi - noi che non siamo né media, né potere, né pubblica opinione: solo un uno, un individuo (cittadino?), un essere umano che non può altro che subire una simile, ingiustificata, assurda tracotanza.


domenica 7 marzo 2021

Uomini del Novecento


Quando l'editoria sconfina nell'agiografia, gli stimoli del nostro secondo cervello velocizzano il transito e ci portano, di conseguenza, a svuotarne il tratto finale. È in tali frangenti che si rimpiangono i tempi in cui copie cartacee dei giornali riempivano le nostre stanze, bagni compresi, dentro i quali, pur sfidando con sprezzo del pericolo la scarsa qualità della carta e la tossicità dell'inchiostro, con certe pagine, ci si puliva sovente il buco del culo.

martedì 2 marzo 2021

Zitto e spedala

Uomini e donne di buona e cattiva volontà: sappiate che il perdurare dello stato di emergenza e il ripetersi dei dpcm emanati su indicazione dei tecnici del comitato scientifico, sono atti dovuti del governo per proteggere non voi in quanto uomini e donne in sé, frega un cazzo degli individui allo Stato, bensì per non affaticare e non mandare in crisi gli ospedali, o meglio: per non intasare le terapie intensive. Un anno intero passato senza riuscire a risolvere questo «groviglio, garbuglio o gnommero».

E pensare che io pensavo che fossero gli ospedali dei luoghi preposti a curare e salvare vite umane e non le vite umane, obbligate per legge, a curare e a salvare gli ospedali.


lunedì 1 marzo 2021

La precettistica europea

Cosa deve fare l'Unione europea con la Russia, scrive un quotidiano online, senza punto interrogativo, quindi non è una domanda, è una affermazione; e, infatti, segue un elenco di cose che l'UE dovrebbe fare - perché sennò la Russia potrebbe estendere la sua influenza, come una variante - sintetizzate nel precetto «essere più coerente e decisa». Ah sì? Beh, io credo che in poche occasione come contro la Russia l'Europa abbia dimostrato decisione e coerenza; vedasi le sanzioni volute dall'America (tramite la Nato).
Se non sbaglio, infatti, persiste ancora un esterso embargo commerciale commerciale che impedisce, per esempio, di vendere una forma di Parmigiano e, allo stesso tempo, di acquistare il peso equivalente alla forma di fiale di vaccino Sputnik¹ (mi tocca dare persino ragione a Berlusconi).

«Ma queste cose non si possono fare», impone il governo americano, rosso o blu che sia. «Tanto più che adesso vi offriamo anche il Johnson & Johnson».
«Non più lacrime?», chiedono alcuni commissari europei, prima di farsi uno shampoo.

Ecco, anziché chiedersi che cosa fare con la Russia, credo sarebbe più opportuno chiedersi che cosa fare con l'America...

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¹ «Vada a lavorare a San Marino!».
«Preferirei in Vaticano».