martedì 20 luglio 2021

La cornice

«Questa è casa nostra, da qua non ce ne andiamo, da qua non uscirà una vite»
 ma 
«Se non ci sono strumenti legislativi per far sì che questa fabbrica chiuda, questi strumenti, evidentemente, si dovranno creare». 
Come?
Secondo me, l'unica soluzione sarebbe, oltre all'occupazione temporanea, la successiva espropriazione della proprietà privata dei mezzi di produzione. 
Potranno le istituzioni "creare" un siffatto strumento legislativo che non travalichi la cornice costituzionale? Non sto scherzando: la Costituzione italiana potrebbe, nel quadro dell'articolo Uno, prevedere il diritto di esproprio?
Corniciai di tutto il mondo, unitevi.

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A parte. 
Ricordiamo, or non è molto, che le Istituzioni, quest'anno, hanno conferito il cavalierato del lavoro a John Elkann, la cui finanziaria di famiglia vendette, a suo tempo, la GKN, gioiellino dell'industria manifatturiera italiana, agli attuali finanzieri inglesi. Il Capitale soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato con la camicia, la cravatta aggiustata e tanti camerieri intorno, che adesso che l'hanno con gli egolatri.

5 commenti:

alberto bertow marabello ha detto...

Non solo sarebbe ben bello, ma sarebbe proprio sacrosanto.

...e proprio per questo non succederà mai

Luca Massaro ha detto...

"grazissime" Alberto di esser passato di qua, così io sono passato da te e piacere mi ha fatto, te lo dico qua, così poi te lo dirò anche di là

Anonimo ha detto...

Le aziende appartenente agli Agnelli hanno usufruito spesso del nostro denaro, come finanziamenti pubblici quando erano in crisi, quindi prima di vendere bisognava vedere se per giustizia potevano farlo. Perché con tutti i finanziamenti molto probabilmente i veri proprietari eravamo noi. Lì l'esproprio non sarebbe stato nemmeno necessario.
Antonio

Anonimo ha detto...

uhmm, egoisticamente: meno male non mi hanno assunto quando gli mandai il cv...

Anonimo ha detto...

Tranquillo non avresti fatto parte dell'esproprio