domenica 28 novembre 2021

Tendenza Bartleby

Dunque: pensavo di avere un corpo e di averne la proprietà; credo di conoscerne i confini nello spazio tempo che attraversa respirando, mangiando, camminando, eccetera. Pensavo di avere un corpo e che fosse mio e che non avesse niente da dimostrare, anche perché quando mi sono reso conto - adolescente - che invece doveva dimostrare qualcosa, il corpo si è ritirato nel proprio guscio ed è stato così, per alcuni anni, a scrivere poesie e farsi le seghe in modo privato, onesto, cristallino, senza spargere versi e sperma pubblicamente se non quando, saltuariamente, gli veniva richiesto. Pensavo di avere un corpo, di accudirlo, lavarlo, pettinarlo, dargli la vitamina c per l'inverno e altre acidità di stomaco. Un corpo che si è reso conto presto dei suoi limiti e che non ha cercato di superarli; un corpo che è stato e resta dentro le possibilità inscritte dal codice genetico e dal contesto storico e socio-economico nel quale è cresciuto, sviluppato e rimasto in attesa che gli anni passino, si consumino tutti e trovi, alla fine, un po' di metri quadrati al cimitero della propria città (anche se non vedo male l'ipotesi cassetta delle ceneri da sotterrare nel giardino di casa, vicino a un nespolo che ancora deve crescere, si farà). 
Avevo un corpo, ce l'ho ancora, lo faccio nuovamente correre dopo un infortunio perché il corpo a una certa età non va stressato troppo correndo, le cartilagini, si sa, sono soggette a deteriorarsi, insomma, un corpo che nonostante tutto reputo piuttosto in forma, un corpo che va di corpo abbondantemente, anche su richiesta, un corpo che consuma il giusto, non fuma, beve un bicchiere di rosso al giorno dopo cena, e poco più. Un corpo lontano dai farmaci, a parte un'aspirina ogni tanto. Un corpo che è qui, e che credevo tutto mio e che, invece, lo stato, dato il mestiere che il mio corpo fa, gli ha intimato di dover assumere una certa cosa per ragioni che non ha ben capito: gli esecutori al governo parlano del bene della collettività a scapito dell'individuo e degli impegni che lo stato avrebbe assunto in sede internazionale, quali impegni? non si sa. Il fatto è che, davanti a tale obbligo, il mio corpo indugia, nicchia e ponza. Siccome io pensavo che il corpo fosse mio e lui pure pensava di essere me, ci siamo presi del tempo per meditare sul da farsi, perché il mio corpo e io pure, siamo da sempre stati inclini a seguire una tendenza, la tendenza Bartleby. Ma ora fatemi pensare ad altro ché ho da scrivere ancora un po'.

giovedì 25 novembre 2021

Ancora oggi il mio lamento è amaro

Vorrei vomitare, ma per vomitare ci vorrebbe qualcosa sullo stomaco e non ce l'ho, non mangio da giorni, ho un buco: posso vomitare un buco? Un buco nero, che assorba tutta la vostra smisurata detenzione mentale, la rinchiuda dentro di sé e la faccia esplodere, sparire nel niente o qualcosa di più. Do del voi a degli umani che si atteggiano a potenti e, di più, a coloro che contenti applaudono e gioiscono perché trovano soddisfazione al desiderio della loro bava. 

I carnivori, soprattutto i carnivori, sono animali che quando pregustano del cibo cominciano copiosamente a sbavare. Chi ha un cane conosce bene il fenomeno: l'animale sta vicino al padrone, a tavola, e aspetta un agognato boccone che sa che arriverà e, nell'attesa, comincia a gocciolare ai lati della bocca. Così molti concittadini sbavano alle conferenze draghiane quando il padrone fa vedere loro il boccone. Solo non sono cani. Solo il dragone non è un padrone: è peggio, vi assicuro, peggio.

2 I malvagi spostano i confini,
rubano le greggi e le menano al pascolo;
3 portano via l'asino degli orfani,
prendono in pegno il bue della vedova.
Spingono i poveri fuori strada,
tutti i miseri del paese vanno a nascondersi.

Il Libro di Giobbe, 24

mercoledì 24 novembre 2021

Dare sostanza ai nomi

I sostantivi hanno perso sostanza. Le parole sono gusci vuoti, come le scatole aperte di Amazon Prime gettate dentro i raccoglitori della carta. Tutte quelle frecce disposte come una Guernica, destinate al macero e alla disperazione dal potere di acquisto. E quando il potere di acquisto sarà impotente, le frecce di Prime, che mimano un sorriso, saranno rivolte al pianto. Ma sarà un bene, ché la carta, per essere riciclata, ha bisogno di lacrime. O di acqua. Al limite di orina.

Io, per esempio, stasera - rientrando a casa - mi sono fermato in una piazzola della strada per orinare. Nel farlo, ho indirizzato il getto in una parte del terreno che i fari della macchina illuminavano e sul quale erano ammucchiate numerose cartacce. Tra queste, uno scampolo di giornale della sera dov'era disegnata una faccia di drago che sputava fiamme. Ho provato a spegnerle.

 


martedì 23 novembre 2021

San Sebastiano aiutaci



Si crede che [San Sebastiano] protegga dalla peste perché è crivellato di frecce e perché le frecce significano sempre quello che già significavano per i Greci e probabilmente anche per gli Aztechi: i raggi del sole, la peste. Le epidemie sono frequentemente rappresentate da piogge di frecce lanciate sugli uomini dal Padre Eterno e persino da Cristo.

Tra san Sebastiano e le frecce, ovvero l'epidemia, esiste una specie di affinità e i fedeli sperano che sarà sufficiente la sua presenza, la sua effigie nelle loro chiese, perché il santo attiri su di sé le frecce vaganti, ed egli sia colpito al loro posto. Insomma, si propone san Sebastiano come bersaglio preferenziale della malattia; lo si brandisce come un serpente di bronzo. Il santo svolge quindi la funzione di capro espiatorio, protettore perché appestato, e quindi sacralizzato nel duplice senso primitivo di maledetto e benedetto. Come tutti gli dèi primitivi, egli protegge perché monopolizza il flagello, anzi, al limite, lo incarna. L'aspetto malefico di questa incarnazione è quasi sparito. Bisogna dunque astenersi dal dire: « Presso gli Aztechi avviene esattamente la stessa cosa». Non si tratta della stessa cosa, perché qui non vi è violenza effettiva, ma si tratta certamente dello stesso meccanismo, tanto più facilmente individuabile per noi dal momento che funziona a un regime infimo, a un livello di credenza molto basso.

René Girard, Il capro espiatorio, (1982), Adelphi, Milano 1987 pag. 102

Viviamo in un'epoca in cui il meccanismo del capro espiatorio ha ripreso a funzionare quasi a pieno regime sopratutto perché, come i motori delle auto elettriche, se è in moto e viaggia non lo si sente. 




domenica 21 novembre 2021

Non un vizio

 «Ma il mio argomento è questo: nella natura non c'è niente che si possa attribuire a suo vizio; la natura è infatti sempre la stessa, e la sua virtù e potenza di agire una medesima dappertutto; cioè le leggi e le regole della natura, secondo le quali tutte le cose divengono, e da certe forme si trasmutano in altre, sono dovunque e sempre le stesse, e perciò uno e medesimo deve anche essere il modo di intendere la natura di tutte le cose, quali che siano, ossia mediante le universali leggi e regole della natura».
Bento de Spinoza, Etica, 1677, parte terza, "Origine e natura degli affetti" (traduzione di Sossio Giametta)

Anche i governi, che fanno parte della natura, non possono essere attribuiti a suo vizio: i draghi e i brunetta; i grilletti e tutto il democratico partito non sono un vizio, sarebbe troppo bello lo fossero, ché sarebbe facile dismetterli, più che fumare. Il problema è che i governi non sanno che 1) fanno parte anch'essi della natura e 2) sulla natura hanno poco potere o nulla, nonostante i trimestrali di alcune aziende gli facciano credere il contrario.

E Luigi Di Maio è il ministro degli esteri. Esteri è una parola misteriosa.

venerdì 19 novembre 2021

Buttare lì qualcosa

Oggi, nel primo pomeriggio, ho incontrato una quercia, bella, grande, maestosa, rivestita ancora di quasi tutte foglie, bionde com'era bionda Brigitte Bardot. Un tronco possente, di benefattrice, silente, da abbracciare senza strofinare troppo le mani o le guance, data la consistenza della corteccia. E che slancio verso il cielo i rami protesi a catturare quanta più luce possibile, fonte primaria del suo, del nostro essere qui. 
Fatte le presentazioni ( - Buon pomeriggio, signora Quercia... - Mi chiami pure Luisa.), le ho chiesto se potevo permettermi di raccogliere alcuni dei suoi frutti caduti sul manto erboso, quei pochi rimasti ché - immagino - molti in precedenza già manducati da ghiotti scoiattoli e da voraci cinghiali. 
- Certamente, faccia pure e mi dica, se posso chiedere: a che cosa le servono? 
- A niente signora Luisa, a niente, solo a gettarli in qualche posto lontano da qui, perché sarebbe bello - penso anche per lei - se queste piccole ghiande potessero replicarla altrove, tra mezzo secolo e più, quando io non ci sarò e lei, sì, forse ci sarà ancora più vecchia di quanto sia già, ma soprattutto ci saranno dei nuovi alberelli che cercheranno di riprodurre le stesse sue gesta di amore. 
- Oh che pensiero gentile, che cosa gradita mi fa. 

E così, con una tasca piena di ghiande, l'ho salutata con un leggero inchino e ho proseguito i miei passi buttandone una or qui, or là come fosse cosa buona giusta, e sono andato via.

mercoledì 17 novembre 2021

Ho visto

Ho visto prima un cane che sembrava 
avere i tuoi stessi occhi e per questo 
forse mi guardava
in cagnesco.

Ho visto poi una Panda diesel euro boh
che salendo una strada di campagna
lasciava dietro sé una scia di fumo nero;
il guidatore comunque era protetto:
aveva i finestrini chiusi e naso e bocca
coperti dalla mascherina.

Ho visto quindi una mano amica che
per compassione e per benevolenza
si è posata tra le due scapole
per sciogliere finalmente la tensione
come un elettrotecnico dell'enel.

Infine ho visto il mare e la linea
in fondo all'orizzonte in cui gli ultimi
raggi erano tutti verdi, 
e io pure così potevo
esprimere me stesso e forse basta.


lunedì 15 novembre 2021

Controversie a parte

Poi ci fu un giorno in cui decisi di mettere da parte le controversie. Andai in banca e chiesi informazioni se ci fosse stato un apposito conto deposito, anche a interessi bassi. «Sì», mi rispose un consulente finanziario «ne abbiamo uno specifico per esse, dal canone di cento euro al mese, una tredicesima, il mese inesistente». Capii. Asserii. Rifiutai e decisi di tenermi le controversie in tasca. Il consulente finanziario, contrariato, mi chiese quindi se fossi interessato a una polizza. «Non mi sono mai piaciuti i questurini», risposi. Esitò. Prese in mano il telefono; io mi tirai su la cerniera dei pantaloni che avevo distrattamente lasciato mezza aperta senza accorgemene. Il consulente conferì con il direttore e questi si presentò al mio cospetto. «Massaro, che mi dice di comprare un'azione?». «No, mi rincresce; ho paura del fuorigioco». Rimase un attimo immobile, come un guardialinee. Quindi mi congedò in fretta, dovevano sbrigare delle pratiche. «Io, invece, devo ritardare delle teorie». Non capirono neanche questa volta, ma dovevo aspettarmelo. Non si va in banca per fare filosofia. 

***
Se me ne ricordo, durante le festività natalizie cercherò di redarre il mio testamento biologico: lo fece anche Ceronetti dopo i cinquanta, mi pare nel suo La carta è stanca. Io ho le palle sgonfie, ma questo è un altro discorso. 


***
Avete vinto; avete ragione; hanno ragione Fabio Fazio e i suoi illustri ospiti; hanno ragione il governo e il Presidente Mattarella. Chiudiamola qui: quando ci concederete la grazia (Graziella)? Quando potrò rigonfiarmele?

domenica 14 novembre 2021

Forza Edipo

Cari figli, (cioè: cari noi, in quanto siamo stati tutti, nostro malgrado, figli: figli di avvocato, figli di operaio, figli di professore, figli di puttana, eccetera), perché abbiamo (hanno: i nostri genitori, anche quelli di questo individuo sottostante) fatto incontrare uno spermatozoo e un ovulo per farvi (farci) nascere? Perché vi abbiamo messi al mondo? Perché continuiamo a infestare - noi esseri umani, il vero virus del pianeta - questo cazzo di mondo? Cari figli: perché non ci mandate a fare in culo?





sabato 13 novembre 2021

Ciao Maschio

 


Cercasi maschio tra i 30 e i 50 con basso livello distruzione, ergo pacifico. Residente nel Nord-Est-Sud-Ovest purché non sia Max Pezzali. Operaio? Disoccupato? Non importa: bastano 1500 euro al mese nette per contribuire alla sussistenza. È questo l’identikit del #NoFava tracciato dall’Atlante Illustrato De Agostini che disegna le quote di livello della crosta terrestre con colori diversi, a seconda dell’altitudine sul livello del mare.
Lo scenario pandemico si sta rimettendo un colpo e in moto, come vecchie le Vespe o le Lambrette che, appunto, si accendevano con un colpo di tacco o a spinta. Controllate spesso le candele. Accendete ceri. L’evoluzione dell’opinione pubblica appare più lenta: ha le palle sgonfie, l’opinione, sebbene femmina. Portare l’opinione pubica dal gommista per mettere quelle da inverno, con il pelo più spesso per assorbire i picchi. Woody Woodpecker, detto meglio Picchiatello.

venerdì 12 novembre 2021

Indici indubbi

«La storia ha indici indubbi che l'abuso dell'autorità arriva a maggiori eccessi dell'abuso della libertà».  Don Luigi Sturzo

Le autorità, invece, hanno i medi, con parecchi mignoli che guidano ministeri o ne presiedono il consiglio. Mignolini con l'unghia che si ficca dentro gli orecchi della gente per frugarne il cerume per di poi ciucciarlo come fosse miele, golosi dei miasmi del corpo umano. Volete un etto di sperma da mettere in frigo? Mezzo litro di orina per farvi uno shampoo? Un po' di forfora per condire i vostri comunicati? E levatevi le cispe dagli occhi, orbi che turbate il benestare del popolo che tanto vorrebbe essere lasciato in pace e non perseguito dai vostri assurdi provvedimenti e prepotenti. Avete gettato fiumi d'ansia nelle fosse orbitali delle persone che erano e sono lì a guardarvi a bocca aperta: gli avete fottuto il bulbo oculare e ottenebrato il cervello, aguzzini che vi parate dietro discorsini da crocerossine. Mentecatti e vili. Arroganti e pusillanimi. Seminatori di scandalo e di scisma. Ma soprattutto: fetecchie.

mercoledì 10 novembre 2021

Bizzarri

Oggi ho ascoltato ampi stralci del Convegno Generazioni future organizzato dal gruppo Studenti contro il greenpass di Torino. Ci sono stati interventi molto interessanti, da parte di tutti i partecipanti. Mi limito a consigliare l'ascolto di quello del professor Mariano Bizzarri, Professore di Patologia Clinica al Dip. di Medicina Sperimentale presso l'Università La Sapienza (dal 51 minuto e seguenti). Perché vorrei non essere più solo a stramaledire e infamare tutto l'apparato governamentale, prepotente e ottuso, che governa, medica e informa.

martedì 9 novembre 2021

La libertà

La libertà di manifestare nelle piazze e nelle vie delle città finisce dove comincia la libertà altrui di fare shopping online.

lunedì 8 novembre 2021

Sottosegretari in salamoia

Succede a tutti d'invaghirsi d'un sottosegretario, soprattutto se sta sotto la panca segretamente a svolgere mansioni ministeriali, tipo presenziare l'inaugurazione di o la commemorazione del. La miglior posa sottosegretaria è quella compita durante i funerali di Stato, un participio passato da un pezzo. I sottosegretari, in particolare, sono simpatici quando rilasciano interviste a tempo perso, fuori onda, rispondendo a domande in diretta che i giornalisti gli avevano fatto anche prima in differita, stupendosi poi di come la risposta data al pubblico non corrisponda esattamente a quello che avevano detto prima. I sottosegretari sono sfasati: troppi impegni, troppi fusi orari, acidità di stomaco conseguente, il diger seltz non basta. La fiatella. A volte hanno dei fine settimana liberi che restano tali finché il presidente della pro-loco pro-stituti, amico d'infanzia perduta, non li reclama per la sfilata della banda nelle le vie del paese, svolta in occasione della festa di un santo patrono. In seconda fila, proprio dietro il sacerdote, accanto al sindaco con la fascia tricolore e al maresciallo con i guanti bianchi, i sottosegretari salutano con deferenza le due ali di folla che, al passar del Santo Patrono, s'inchinano e fanno il segno della croce. Osanna nel basso dei cieli e ai sottosegretari in terra di buona volontà. 

domenica 7 novembre 2021

Questo io lo so

« Io purtroppo devo dirlo, lo so questo, non è che lo pensi, lo so; so che si possono fare [campi di concentramento] dappertutto, possono esistere. Dove un fascismo - non è detto che sia identico al Fascismo - cioè, un Nuovo Verbo, come quello che amano i nuovi fascisti in Italia [e che dice] "non siamo tutti i uguali, non abbiamo gli stessi diritti; alcuni hanno dei diritti e altri no", [ecco] dove questo Verbo attecchisce, alla fine c'è il Lager; questo io lo so con precisione ».

venerdì 5 novembre 2021

Boccucce

Lo sono tutt'ora, boccuccia, ma pare che, da piccolo, lo sia stato ancor di più. Lo svezzamento fu per me un trauma piuttosto rilevante, ma anche in seguito, per parecchi anni, di sicuro sino alla fine dell'adolescenza, ho dato parecchie pene a mia madre per mangiare. 
Nonostante questo, lei o mio padre mai mi hanno costretto a mangiare per forza. Mai. Cercavano sempre di persuadermi con degli esempi della loro giovinezza, delle ristrettezze e persino della fame patita in tempo di guerra. Niente. Ero sordo a tutto: se una cosa non mi andava, non mi andava. Loro, dopo un po' di insistenze, lasciavano perdere. 

Così ho fatto con le mie figlie, sempre, anche se loro non sono state boccucce come me: mai le ho forzate a mangiare qualcosa se questo qualcosa non andava loro. Mai. Ho insistito, ho provato a persuaderle, certo non con la storia della guerra e della fame, ma con altri espedienti legati a contingenze e immediatezze meno suggestive e con scarsa presa.

Perché ricordo questo?

Proprio oggi, con alcuni amici, mi domandavo dove fosse finita la satira, la satira vera, quella che non appoggia mai il regime o, peggio, lo solletica o lo amplifica. E chiedevo, in particolare, se Altan avesse disegnato una vignetta sulla questione che assilla l'Italia da alcuni mesi e ipotizzavo sul perché sinora non l'avesse fatto. Per paura di venire bacchettato come, per esempio, Alessandro Barbero? Non ho fatto in tempo a porre la questione che, una cara amica, mi ha mostrato questo:




Ho fatto boccuccia, ho lasciato la vignetta nel piatto e, vi dirò: anche il cane si è rifiutato di mandarla giù. 

mercoledì 3 novembre 2021

Braci

Non mi dire ti amo, per favore, ché in questo momento l'amore non riesco proprio a tollerarlo. Dimmi piuttosto ti arrabbio mi fa sentirti più vicino. Ecco, vieni qui: urliamoci addosso, digrigniamo i denti, odiamoci, muoviamo le mani veloci vicine al nostro viso senza toccarci, violenza solo verbale, fitta fitta, arrogante, assordante; confondiamoci, scambiamoci ruoli, risultiamo velocemente indistinguibili. Colpo su colpo di parole che ci scambiamo, mescolate, come panni di dosso. Se qualcuno assistesse al nostro triste (o comico?) spettacolo, non saprebbe più dire chi, dei due, sia l'uno o sia l'altro. Alla fine facciamo un tutt'uno e, esausti, ci avvinghiamo come due pugilatori che non ne possono più e cadono letteralmente l'uno nelle braccia dell'altro. Quanta fatica. Adesso il respiro si calma, rallenta, la nebbia nella mente si dirada. Ci raffreddiamo e per questo ci stringiamo di più, per scambiarci quel poco di calore che resta delle nostre braci che non bruciano più. 

Vegeti e cannibali

Vorrei darvi una buona notizia, se foste pronti a riceverla: il governo è morto, d'un tratto, tutta la compagine, tutta d'un colpo, un malore improvviso, secco. Chiamato per un'interrogazione alla camera, non si è presentato. Provato a chiamare i componenti, ma niente: nessuno ha risposto. Andate le forze dell'ordine: tutto in ordine, tranne il corpo del governo, esanime, steso a terra. Chiamato la scientifica («Cazzo ci fai Burioni qui?» urla un sottotenente assai preciso nel rilevamento «Non c'entri un Fazio»). Chi sarà stato? Toro seduto? No, non l'hanno fatto sedere manco un giorno. I Talebani? No, a Roma vengono solo a vendere oppio per i popoli. Dillinger? È morto prima lui. Un sogno? Può darsi, con polluzione notturna.

Caso risolto: di desiderio non è mai morto ammazzato nessuno. Il governo è vivo, vegeto e cannibale.

lunedì 1 novembre 2021

Intensificar legami

A parte un certo - non so quanto giustificato - sbandamento iniziale, dopo poche settimane della primavera del '20 gli elementi in gioco erano già tutti visibili per osservare che l'esperimento politico sociale in corso non aveva altro fondamento che una emergenza artatamente imposta e quindi mantenuta in piedi dai poteri dello Stato, da tutti i poteri: legislativo, esecutivo, giudiziario e mediatico, al fine di governare un po' come cazzo ci pare a noi, fare cose che altrimenti avrebbero avuto un decorso meno veloce, e non sono tempi da lentezza democristiana questi, ci vuole speditezza, risoluzione rapida, esecuzione di ordini immediata. C'è un'Agenda con degli impegni da rispettare.

Il corona non è un virus, bensì una gallina dalle uova d'oro che, contrariamente al contadino della favola che la uccise, il Potere tiene artificialmente in vita per trarre da essa: legittimità, finta autorevolezza (ovvero vera tracotanza con tratti di autoritarismo), “mani libere”, finzione.

Dell'aspetto sanitario in sé non frega un cazzo nulla a questi beccamorti diffusori delle statistiche di stocazzo. Lo attesta lo stesso Capo che, mi pare ieri al G-Fava, ha dichiarato:
"Abbiamo intensificato i legami tra finanza e salute. Anche perché è necessario per prevenire epidemie, nuove pandemie. E soprattutto in generale per assicurarci la preparazione ai prossimi purtroppo inevitabili drammi sanitari"
Purtroppo inevitabili. S'interessa e preoccupa dei futuri, ma dei presenti drammi sanitari gli frega, appunto, un cazzo. Forse perché i cordoni della finanza andrebbero sciolti in favore della salute?