venerdì 31 dicembre 2021

Da chi imparare la lotta

« Nella nostra epoca, ogni giorno può portare alla ribalta sistemi inauditi di coercizione, di schiavitù e di sterminio - diretti contro alcune categorie sociali o estesi a interi territori. La legalità è invece rappresentata dalla resistenza, in quanto essa rivendica i diritti fondamentali del cittadino, che sono garantiti, nella migliore delle ipotesi, dalla Costituzione, anche se spetta al singolo metterli in atto. Esistono metodi efficaci a questo scopo, e chiunque si trovi sotto tiro, dev'essere preparato ed esercitato a farne uso. Anzi, è proprio questa la principale materia di insegnamento della nuova educazione. È già importantissimo che chiunque sia minacciato si abitui a pensare che la resistenza comunque è possibile: solo in seguito, una infima minoranza che avrà fatta sua questa idea sarà in grado di abbattere il colosso, che è si poderoso, ma anche estremamente impacciato. In questa immagine, che ritorna di continuo, la Storia ha i suoi fondamenti mitici sui quali edifica costruzioni durature.
I despoti tendono naturalmente ad attribuire un significato criminale alla resistenza legale e anche al semplice non accoglimento delle loro pretese: nascono a tal fine settori ben precisi a cui viene dato l'incarico di organizzare la violenza e di propagandarla. Per lo stesso motivo il delinquente comune occupa, nella scala di valori del despota, una posizione più elevata di quella che spetta all'oppositore.
E tanto più importante, dunque, che il Ribelle si differenzi nettamente dal criminale per moralità, conduzione della lotta e rapporti sociali e che tale differenza sia viva anche nel suo foro interiore. Egli può trovare il diritto solamente in se stesso, giacché oggi non c'è docente di diritto civile né di diritto pubblico che possa offrirgli il necessario bagaglio teorico. Sarà più facile per noi imparare dai poeti e dai filosofi quale posizione è giusto difendere. »

Ernst Jünger, Trattato del ribelle, (1951), Adelphi, Milano 1990

giovedì 30 dicembre 2021

Il treno va

Prendevo parte e gli toglievo la p, come uno scultore senza martello e scalpello. 
In direzione del mattatoio, ascoltavo annunci governativi come un vitello.
E ripensavo a Beppe Grillo, a quando se ne fregava dei trasporti.




Ma sono magro, galleggio poco, il fiato nautico punto dato che quel poco da dieci vasche fottuto dalla mancanza di allenamento.

Dicono pure che mi seccheranno il conto corrente e sarei preoccupato se in esso avessi tanti sghèi.

Diventerò un non consumatore, un consumatore da poco. Alimentato a secco.

A stento - se avessi la forza - mi vendicherò, anche perché livelli simili di cattiveria e vigliaccheria sono per me inimmaginabili persino adesso che sono realtà.


Può succedere di tutto con questi al governo, di tutto. 
E succederà




lunedì 27 dicembre 2021

Che cosa c'è

Ansa: notizia in primo piano: il commissario anti raffreddore e un po' di febbre, fai la fila che cosa vuoi che sia la fai per il black friday, generale alpino plurispillettato di stelle al petto, annuncia el triplete di dosi in your arms (sarebbe stato simpatico a Christiane F. dello Zoo di Berlino) e si dice preoccupato per i più di cinque milioni di persone che ancora non ne hanno fatta manco una (pensasse alla penna sul cappello, una, perché una sola, Geronimo?).

In secondo piano: notizia di persone iper famose triplamente addosate e supergrinpassate rafforzatamente, le quali risultano positive (pensavano positivo) e febbricitanti. Loggia ffp2.
In terzo piano: l'attesa dell'asteroide grande come un bus che sta per sfiorare la Terra: gli scienziati della nasa (antigenica) si dicono pronti a sparare razzi contro l'oggetto volante, purché il ministro della carità e della fede e dell'altra virtù teologale che ora mi sfugge, autorizzi i missili terra cielo senza che essi abbisognino della certificazione verde anti-che-cosa-c'è.


domenica 26 dicembre 2021

Raffreddori di Stato

Due giorni di raffreddore forte, forte, senza febbre, insistente, colante a tratti, a fiotti, il domandarsi donde si trovi la sorgente del muco, il frizzare delle narici continuo e discontinuo, il credere troppo alla tregua dopo una soffiata, il trattenersi dal soffiare, lo starnutire, l'imprecare a capo e dodici, il consumare copioso dei fazzoletti di carta, il lavarsi frequente delle mani, l'incartavetrarsi delle stesse, l'irrigarsi le narici di acqua e sale, il fare suffumigi, il chiudere gli occhi, l'assopirsi... 
E finalmente, dopo due giorni e due notti - e due tamponi salivari a due euro, di quelli ai quali il nostro ministero rifiuta di riconoscere validità (sono omologati ovunque nel mondo) - al mattino la tregua diventa una quasi pace per il naso che ha ritrovato il posto di sempre, invisibile tra gli occhi che guardano tutto fuori che lui.

Che fortuna che i raffreddori siano, per noi comuni mortali, di breve durata. Niente a che vedere coi raffreddori di Stato che si sa bene quando iniziano, ma quando finiranno - nonostante tanti illustri dottori a disposizione - non si sa.

Pratiche persecutorie

 Ripropongo, tal quale, lo stesso post di anno scorso per il giorno di Santo Stefano, con una piccola variante, spero apprezzabile e facilmente comprensibile.

Auguri a tutti gli Stefano. Oggi si celebra, infatti, il primo martire della storia cristiana (anche se, in realtà, fu il secondo, giacché il primo fu Giovanni il Battista, decollato da Erode). Stefano morì lapidato da una folla che lo giudicò "eretico" perché predicava il messaggio evangelico (tra la folla, c'era anche Paolo di Tarso, colui che poi diventerà San Paolo). A proposito di lapidazione - pratica di omicidio rituale molto in voga nei millenni passati - è universalmente noto l'episodio evangelico dell'adultera che stava per essere lapidata dalla folla (una volta, la gente si poteva assembrare sotto le feste) e che, in extremis, fu salvata da Gesù con la celebre frase «Chi è senza green-pass¹ scagli la prima pietra».

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¹ Non tutti i tesserati sono persecutori, ma tutti i persecutori hanno il green-pass.

venerdì 24 dicembre 2021

La bambina di regia

Mattina al parco cittadino semi deserto. Un'anziana signora dall'accento romano, che tiene al guinzaglio due barboncini neri, chiama a gran voce: «Rita, Rita, dove sei?». E cammina in qua e in là, tra un'aiuola e un'altra, chiamando ripetutamente quel nome. Io, che distante la vedevo e sentivo, credevo che stesse richiamando un altro barboncino sfuggitole dalla presa. Invece, dopo tanto chiamare e girare, dietro una cantonata, ecco che Rita è ritrovata. «Ah, finalmente!», sento la signora senza vedere né lei né Rita. «Sai che mi hai fatto spaventare? Non devi allontanarti dalla nonna o almeno: potevi rispondere». Dopodiché, vedo spuntare i barboncini, la signora e Rita, una bambina dai capelli biondi e ricci che, con il naso all'insù, osserva uno spicchio di sereno tra la coltre di nuvole nere. Era stata distratta da qualcosa finalmente senza mascherina.

mercoledì 22 dicembre 2021

Pronomi personali

 Si sono alzati in piedi e hanno applaudito. Chi? Loro? Sì, loro: il pronome dei prostituti.

lunedì 20 dicembre 2021

Più di niente

Potrei lasciarmi prendere dallo sconforto L come lusso, come quello di una Ritmo fiat in attesa di essere rottamata. Ma poi penso: dei miei fari resterà traccia in qualche parte dell'universo, tutti i chilometri per la gloria e per l'amore percorsi consumando energia combustibile e me, mentre ascoltavo mare mare mare voglio annegare / portami lontano a naufragare e dopo pure L'Inferno di Dante, raccontato e letto da Vittorio Sermonti con la supervisione di Gianfranco Contini; e Mozart, la Sinfonia Haffner. D'altronde la vita si consuma un po' come ci va. Gli spazi concessi, diversi. I tempi, pure. I cieli: guardati. Gli orizzonti: memorizzati. I tramonti: raccolti. E quindi? Grazie a Dio e alla Vergine Santa.

Dopo tanto scrivere a vuoto, finalmente, un non fare che significa - per me - più di niente.

sabato 18 dicembre 2021

La Tessera del Fascio

Ispirato da questa geniale ballata, stamani ho pensato che

Nato dentro e cresciuto ed educato e io stesso imbevuto da una cultura che detesta ogni tipo di fascismo (non la chiamo più cultura antifascista da quando penso, come sostenne in tempi non sospetti Amedeo Bordiga, che il peggior prodotto del fascismo sia l’antifascismo), mi costa dunque un po’ di fatica dire che  l’attuale imposizione Certificato verde rafforzato (obbligo vaccinale) per l’attività lavorativa, sociale e culturale sia peggiore e più crudele della imposizione della tessera del fascio, ossia della fedeltà ideale che occorreva sottoscrivere al Regime fascista pena l’esclusione dal lavoro e dalla società. Perché questo? Perché, all'epoca, si poteva tranquillamente essere spergiuri per necessità senza violare la sacralità del proprio corpo; si poteva indossare un camicia nera nei dì di festa e mantenere il cuore tranquillamente rosso dentro. Forse anche per questo, allora, la maggioranza degli italiani non ebbe problemi, dopo l'Armistizio badogliano, a cambiare casacca. Per carità, non voglio con questo sostenere che coloro i quali si opposero e si rifiutarono di aderire al fascismo avrebbero potuto quindi tranquillamente rinnegare i propri ideali e che siano stati degli ingenui; anzi: proprio per questo sono i nostri Maestri e sono i veri fondadotori della Repubblica e della Costituzione. 

Spero s'intenda che non sono un nostalgico, né un simpatizzante di quell’area politica che ancora si ostina a credere nel Duce. Il Regime Emergenziale (in questo caso di natura sanitaria) odierno vuole qualcosa di più che una tessera di partito e quindi una sottoscrizione ideale ai propri nefasti principi. Vuole, sotto le mentite spoglie della scienza, che tu, cittadino (che tu sia lavoratore e/o studente), firmi il consenso informato; ma se uno liberamente si informasse e decidesse di non firmalo, quindi di rifiutare il consenso alla inoculazione, ecco che scatta l’esclusione: non puoi lavorare, non puoi studiare, non puoi viaggiare coi mezzi pubblici (a breve l’elenco delle limitazioni sarà aggiornato). 

P.S.: cari amici, spero siate indulgenti col paragone da me proposto; so benissimo che se mi azzardassi a proferirlo coi democratici de sinistra sarei azzannato subito, appena dicessi “Bordiga”. Se tuttavia mostrerete la fallacia del mio ragionamento, tosto mi morderò la lingua e lo cancellerò dal repertorio di idee malsane che quest’epoca puttana produce.

Sette volte meno

 «L'acqua, alla pietra, dice qualcosa?» 
Guido Ceronetti

No, silenziosamente scorre, passa sopra senza pretendere nient'altro che poterlo fare, levigando levigando,  togliendo, anno dopo anno, alla pietra, quel di più che le impedirebbe di diventare storia. 


***

21 Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». 22 E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette.
23 A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. 24 Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. 25 Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito. 26 Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa. 27 Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito. 28 Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi! 29 Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito. 30 Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito.
31 Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. 32 Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. 33 Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te? 34 E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto. 35 Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello».

martedì 14 dicembre 2021

I giardini del 31 marzo

C'è stato un tempo in cui la voce, quando usciva fuori della bocca, riusciva a entrare dentro le orecchie e, da queste, a raggiungere il cervello, in modo tale da mettere in moto, dentro la testa delle persone, quello che un tempo si chiamava ragionamento. In questi tempi afoni, disgraziatamente, la voce resta sospesa a mezz'aria, proprio non ce la fa a spingersi in là più di tanto, vuoi perché bloccata da luridi stracci messi davanti alla bocca, vuoi perché le più volte questa voce è un riflesso di strumenti elettronici, telefono di casa compreso, quello classico con il disco per i numeri e la cornetta. La voce, in pratica, ha perso le vocali. Restano la v e la c. Purtroppo non indicano un vaffanculo.

domenica 12 dicembre 2021

Osservazioni

«Convenne finalmente col crescere della peste e il moltiplicarsi giornalmente il numero de' morti disingannare il popolo, e persuaderlo che il malore purtroppo era nella città, e laddove i discorsi nessun effetto producevano, si dovettero far manifesti sopra gran carri gli ammassi de' cadaveri nudi aventi i bubboni venefici, e così per le strade dell'affollata città girando questo spettacolo portò infine la convinzione negli animi, e forse propagò più estesamente la pestilenza. Allora fu che il popolo furiosamente si rivolse ad ogni eccesso di demenza. Nei disastri pubblici l'umana debolezza inclina sempre a sospettarne cagioni stravaganti anzi che crederli effetti del corso naturale delle leggi fisiche».

Pietro Verri, Osservazioni sulla tortura, 1776

venerdì 10 dicembre 2021

Massa e Decreti Legge

 «Da qualunque parte lo si consideri, il comando nella sua forma compatta, compiuta, che oggi gli è propria dopo secoli di storia, è divenuto l’elemento singolo più pericoloso della vita collettiva degli uomini. Bisogna avere il coraggio di opporvisi e di spezzare la sua sovranità. Si devono trovare mezzi e vie per liberare da esso la maggior parte degli uomini. Non gli si può permettere altro che di scalfire la pelle. Le sue spine devono diventare solo più lappole di cui ci si sbarazza con un gesto».

Elias Canetti, Massa e Potere, (1960), Adelphi eccetera

Lo so, potreste dirmi: e fattela scalfire la pelle, suvvia: una punturina... Keep calm. Tempo al tempo. Adesso mi farebbe l'effetto di una strizzata di palle - e sinceramente no, vadano a fare in culo. Per un po', nevvero, per un po', giusto il tempo di togliermi qualche lappola che, correndo in questo frangente di storia dello stracazzo, rimane incollata ai miei calzini lunghi fino al ginocchio. È questione privata, confessata qui timidamente, e vi prego di credermi e lo so che ci credete, dato il mezzo e la consistenza della diffusione delle mie volatili parole: non sto sbandierando niente, non voglio dimostrare niente, è solo un timido corpo a corpo tra un lillipuziano e un gigante. Partita persa in partenza, mai pensando di giocarla per essere vinta. Giusto per entrare sul ring, fare dieci passi, schivare un colpo, buttarsi in terra e sperare che l'arbitro conti in fretta fino a dieci. Mi arrenderò, come Buster Keaton, ma per favore: alla fine la massaggiatrice mandatemela cinese.

mercoledì 8 dicembre 2021

Convinzioni

Se un virus simile, con effetti anche più gravi, fosse comparso tre lustri fa (ma facciamo anche dieci anni fa), tutto questo schifo autoritario del governo e la conseguente emersione del fascismo latente delle persone sarebbero rimasti repressi, e il governo e le autorità, forse, si sarebbero occupati solo della cura e non del controllo; ovvero, si sarebbero concentrati più sul rimedio anziché ricercare continuamente un colpevole.

È la stessa situazione tragica rappresentata e rivelata, in un certo senso, dall'Edipo re. C'è una pestilenza a Tebe, e c'è la fame; e la gente chiede al sovrano di trovare una soluzione al contagio e ai loro stenti. Edipo, che non aveva comitati tecnici scientifici a disposizione (aveva un cognato e basta porca miseria) invia Creonte a Delfi, a consultare l'Oracolo. E l'Oracolo risponde che la causa del male che contamina la città (peste + carestia) è dovuta al fatto che non è stata ancora fatta giustizia dell'assassinio di Laio, il re precedente, e soltanto quando sarà trovato il colpevole la peste finirà e la prosperità ritornerà a Tebe.
Noi, spettatori, incidentalmente sappiamo che Laio è stato ucciso da Edipo stesso, figlio ripudiato e condannato da Laio a morire se non fosse stato che un servo, impietosito, gli salvò la vita e lo fece crescere. Edipo, a forza di domande, e nonostante in molti, a cominciare da Giocasta, capiscano la mal parata, scopre così che... stava cercando sé medesimo; e, scoprendosi parricida e incestuoso, e ritenendosi responsabile della crisi (epidemica ed economica) che serpeggia in città, prima si acceca e poi si autoesilia. Peste e miseria finiscono? Non è dato sapere, ma sembra di sì dato che è stato trovato il colpevole.

Il nostro briciolo di ragione desacralizzata ci consente di capire che tra peste e miseria e parricidio e incesto non c'è, di fatto, alcun nesso? Direi di sì. Ovverosia: anche se Edipo ha ucciso suo padre e trombato la madre, che cazzo c'entrano questi crimini e misfatti con la malattia e la fame? Niente.
Che cazzo c'entra chi non si vaccina e la circolazione di questo cazzo di virus? Meno di un cazzo, forse solo un testicolo per la riproduzione (Gaber) dello schifo autoritario governativo, della relativa propaganda e del pubblico che se ne bea gongolando un po'.

domenica 5 dicembre 2021

La libertà personale era inviolabile

È così: tutte, o quasi tutte le pattuglie di carabinieri, polizia, guardia di finanza e polizia municipale dalla Val d'Aosta alla Sicilia, sono andate, in questi giorni, dai gestori di locali pubblici (bar, ristoranti, alberghi, pizzerie, birrerie, negozi di ogni tipo) ad avvisare, avvertire che, da domani, entra in vigore il super certificato verde e che loro, i gestori, sono gli addetti al controllo, loro dovranno verificare se i clienti sono in regola e se a un controllo delle forze dell'ordine qualche cliente risulta sprovvisto, per i gestori saranno guai, multe salatissime, minacce di chiusura del locale.

Io non so quanto ci metteranno a fare lo stesso nelle case.

sabato 4 dicembre 2021

Ho scritto già una lettera

Faceva freddo; pioveva e io piangevo; il sale delle lacrime impediva che le gocce d'acqua brinassero sui baffi: una fortuna, così non avevo bisogno di rubarne qualche chicco dai sacchi messi ai lati della strada dai cantonieri comunali. Non volevo avere niente in comune, e infatti non ho niente, a parte una casa, segnata al catasto. Alla riforma della puttana della tua sorella. Si è rifatta le tette e io pure. Anche i labbri (maschili) mi sono rifatto, diversi dalle labbra nuove di Dietlinde. Non mi occorrevano scialuppe di salvataggio, anche perché io in crociera, vero... piuttosto in croce. E passava il tempo e faceva sempre freddo. Io continuavo a piangere lacrime senza sale; avevo finiti i sali minerali, e mi scocciava passare in farmacia. E cosa avrei potuto scrivere al Governatore della Libia? Lo sai, che quell'idiota di (scegliere un generale a caso) farà una brutta fine. Che bella lettera sarebbe stata, l'avessi scritta, la potessi scrivere anche domani, a chi voglio bene, bene assai.

mercoledì 1 dicembre 2021

Diospero




Non mi abbatto, non sono un albero (purtroppo), non so usare la motosega e l'ascia la uso giusto per spaccare i capelli in quattro (e in testa io ne ho due). Sicché mi lascio in pace, in piedi, allo stormir del vento e allo sgocciolar di nubi grige e fredde; alzo il bavero e guardo passeri e passere passare, piluccare qua e là, svolazzare su e giù, cantare forse, ritrovare il nido, cercare il caldo e aspettare che la notte dicembrina diventi primavera e io pure.

Amare il silenzio come metodo, il foglio bianco come pratica, l'orizzonte come fine. E le mani in tasca che si allungano per aggiustare la direzione del desiderio.