lunedì 31 gennaio 2022

La vita normale

Fatti una sega, e poi riprendiamo la vita normale. Se non basta, fattene un'altra. E un'altra ancor. A cosa serve? A godere, lo spazio di qualche secondo, butta via, tutto fa brodo (o altro). Non l'hai capito? Eh, ma queste cose o ci arrivi da solo oppure niente, non ci sono rilevatrici a farti rinascere, non esistono forcipi particolari, o usi l'intelligenza o l'intelligenza ti usa, non sei solo un cazzo di corpo, ma anche l'insieme di vacuità che annuvolano o schiariscono la mente. Tutta la simbologia, l'alfabeto... Prova a imparare a leggere daccapo, scoprirai che dentro ogni parola c'è un germe di verità che può schiaffeggiarti o accarezzarti, consolarti o mandarti a fare in culo. Sfrutta la potenza del pensiero prima che il pensiero ti affossi nella tetraggine della vita telecomandata. Ma lo vedi anche da te quante facce di cazzo stanno su un piano di superiorità senza essere superiori in niente se non nell'accumulo e nello sfruttamento delle intelligenze e dei calli altrui? Ecco, guardati le mani e spera che i calli di Federica siano dovuti solo al godere, giacché
Life’s but a walking shadow, a poor player
That struts and frets his hour upon the stage
And then is heard no more. It is a tale
Told by an idiot, full of sound and fury,
Signifying nothing.

sabato 29 gennaio 2022

Niente da capire

- Cosa devo dirti che non ti ho detto?
- Niente, mi sembra che tu non abbia trascurato niente.
- Dunque, a questo punto, è inutile aggiungere alcunché.
- Alcunché sì, lo puoi aggiungere.
- L'ho aggiunto, infatti, sicché sono a posto.
- Sì, sei a posto. Puoi andare, hai la coscienza tranquilla.
- Che ne sai tu della mia coscienza?
- Parlavo in senso generale, come per rassicurarti sul fatto che quello che dovevi dire lo hai detto e quindi chi vuol capire, capisca; e chi non vuol comprendere non comprenda.
- Esatto. Io sono e voglio restare un maestro ignorante, giacché

«[...] è appunto questa paroletta, questa parola d'ordine degli illuminati - comprendere - a fare tutto il male possibile. È questa parola ad arrestare il movimento della ragione, a distruggere la sua fiducia in se stessa, a sviarla dal proprio cammino spezzando in due il mondo dell'intelligenza, instaurando la cesura tra l'animale che procede a tastoni e il signorino istruito, tra il senso comune e la scienza. Dacché è pronunciata questa parola d'ordine della dualità, ogni perfezionamento nel modo di far comprendere - questa grande preoccupazione dei metodici e dei progressisti - è un progresso dell'abbrutimento».

Jacques Rancière, Il maestro ignorante, Mimesis, Udine 2008

giovedì 27 gennaio 2022

Annate della memoria

 “Giorno della Memoria” (post anonimo)
27 gennaio 2022

«Campi di sterminio per chi non si vaccina»
Giuseppe Gigantino, cardiologo

«Mi divertirei a vederli morire come mosche»
Andrea Scanzi, giornalista

«Se fosse per me costruirei anche due camere a gas»
Marianna Rubino, medico

«I cani possono sempre entrare. Solo voi, come è giusto, resterete fuori»
Sebastiano Messina, giornalista

«Vagoni separati per non vaccinati»
Mauro Felicori, assessore

«Escludiamo chi non si vaccina dalla vita civile»
Stefano Feltri, giornalista

«I no vax fuori dai luoghi pubblici»
Eugenio Giani, Presidente Regione Toscana

«Potrebbe essere utile che quelli che scelgono di non vaccinarsi andassero in giro con un cartello al collo»
Angelo Giovannini, sindaco di Bomporto

«Stiamo aspettando che i no vax si estinguano da soli»
Paolo Guzzanti, giornalista

«Verranno messi agli arresti domiciliari, chiusi in casa come dei sorci»
Roberto Burioni, virologo.

«Non chiamateli no vax, chiamateli col loro nome: delinquenti»
Alessia Morani, deputato

«Vorrei un virus che ti mangia gli organi in dieci minuti riducendoti a una poltiglia verdastra che sta in un bicchiere per vedere quanti inflessibili no-vax restano al mondo»
Selvaggia Lucarelli, giornalista

«I rider devono sputare nel loro cibo»
David Parenzo, giornalista

«I loro inviti a non vaccinarsi sono inviti a morire»
Mario Draghi, Presidente del Consiglio

«Gli metterò le sonde necessarie nei soliti posti, lo farò con un pizzico di piacere in più»
Cesare Manzini, infermiere

«Gli bucherò una decina di volte la solita vena facendo finta di non prenderla»
Francesca Bertellotti, infermiera

«Provo un pesante odio verso i no vax»
J-Ax, cantante

«Se riempiranno le terapie intensive mi impegnerò per staccare la spina»
Carlotta Saporetti, infermiera

«Non siete vaccinati? Toglietevi dal cazzo!»
Stefano Bonaccini, Presidente Regione Emilia Romagna

«Un giorno faremo una pulizia etnica dei non vaccinati, come il governo ruandese ha sterminato i tutsi»
Alfredo Faieta, giornalista

«Il greenpass ha l’obiettivo di schiacciare gli opportunisti ai minimi livelli»
Renato Brunetta, ministro

«È giusto lasciarli morire per strada»
Umberto Tognolli, medico

«Prego Dio affinché i non vaccinati si infettino tra loro e muoiano velocemente»
Giovanni Spano, vicesindaco

«Bisogna essere duri e discriminare chi non si vaccina, in ospedale, a scuola, nei posti di lavoro»
Filippo Maioli, medico

«Serve Bava Beccaris, vanno sfamati col piombo»
Giuliano Cazzola, giornalista

«Mandategli i Carabinieri a casa»
Luca Telese, giornalista

«Gli renderemo la vita difficile, sono pericolosi»
Piepaolo Sileri, Viceministro

«È possibile porre a loro carico una parte delle spese mediche, perché colpevoli di non essersi vaccinati»
Sabino Cassese, costituzionalista

«Non sarà bello augurare la morte, ma qualcuno sentirà la mancanza dei novax?»
Laura Cesaretti, giornalista

«Se arrivi in ospedale positivo, il Covid ti sembrerà una spa rispetto a quello che ti farò io»
Vania Zavater, infermiera

«I novax sono i nostri talebani»
Giovanni Toti, presidente regione Liguria

«Sono dei criminali, vanno perseguitati come si fa con i mafiosi»
Matteo Bassetti, infettivologo

mercoledì 26 gennaio 2022

La protezione degli uccelli 3

3.
Ripresero il volo verso Sud per sfuggire alle frigidità dell'inverno (non ai rigori, piuttosto ai fuori gioco). Evitarono Roma, per dispetto, perché fino a poco tempo fa la città aveva un sindaco sulla bocca di tutti, mentre adesso ne ha uno che non se lo incula nessuno, messo lì per vocazione del nulla e del silenzio e per sfamare ataviche avidità. E furono a Napoli. Atterrarono al Parco Virgiliano, per ragioni poetiche. Furono tristi solo per un attimo, perché la bellezza del belvedere, in una limpida giornata di gennaio, fu come una carezza che corrobora senza correre nella bora, come a Trieste. Ebbero tempo solo per gli occhi durante la giornata, non per altro. Le altre parti del corpo, infatti, soprassederono, viaggiarono per conto loro senza dare pensieri. Pensieri diversi si accantonarono da soli ché appena qualcuno si riaffacciava veniva preso a schiaffi. Esisteva solo il presente, il resto cadeva a terra, era lasciato andare, defluiva via lieve come lacrime nella pioggia. E si abbracciarono, oh quanto si abbracciarono, senza fare caso che non avevano più braccia, ma ali. In altre parole, si allietarono impegnandosi a vivere con letizia. Chi sarebbe, una tua ex? gli chiese Cesira. E Luciano rispose con dovizia di particolari.

martedì 25 gennaio 2022

La protezione degli uccelli 2

2.

La prese da parte. A parte, Luciano le chiese se fosse d'accordo a essere presa. Se non prendi la scossa, gli rispose Cesira. Luciano tacque. Nell'aria elettrica si ricaricarono quasi al novantanove per cento. Erano di nuovo pronti per il volo. E volarono, volarono finché non furono stanchi di stare sospesi a mezz'aria a prezzo di tanti sbattimenti. Quando atterrarono, percepirono la fatica. Si lavora troppo: perché? Per il pane. Smettila, s'interpose Cesira presa alla sprovvista. Dove faremo le provviste? Al provveditorato? E là troveremo prodotti di origine protetta? E dài con questa protetta. Non ci fu verso, in questo mondo prosaico. Si parva licet componere magnis. Per me sì, è lecito. L'illecito è tutto questo mondo infetto, non tanto per via di aviarie varie, naturali o artificiali che siano, ma a causa dell'immondo mondo controllato, del mostrare di essere in regola, di non avere la fregola, vi cascasse una tegola in testa nella vostra testa piena di varechina, sentenziò Luciano. Calmati, non ti agitare, intervenne Cesira che lo vide agitato. Vieni, facciamo come Giobbe. Tante botte da orbi ma poi alla fine Dio riconobbe che aveva ragione lui, che pativa per niente e che i cosiddetti amici erano loro gli stronzi che non capivano un cazzo. Grazie, mi sollevi. E ripresero il volo grazie alle ali di lei.

venerdì 21 gennaio 2022

La protezione degli uccelli

1. 

Quando la prese sotto la sua ala, Luciano era diventato un piccione. Viaggiatore. Tubava da una cittadina all'altra sopra le condutture del gas. A volte pure fermandosi sui fili della luce. Lei, Cesira, si sentiva protetta. Sopratutto una, la destra, dalla forma più a pera. E gli occhi e le ali di Luciano cadevano lì, sulla pera. Vuoi un fruttino? Sì, spremi pure. E tirarono avanti, avanti più che poterono, nell'aria gelida, in quella umida, in quella rarefatta o strafatta dai miasmi delle città inquinate. Che puzzo di piombo! Gli disse lei, schifata. Lui le rispose che era meglio sentirne il puzzo che il peso delle cartucce. 


giovedì 20 gennaio 2022

Senz'altro

Senz'altro metterò piede in un parco
peraltro per garantire al piede 
di essere a piede libero
in un parco senz'altro impedimento
che un velo di brina a bacìo
dove ti stringerai a me 
e per non scivolare
e per un brivido dettato
e per sentire per un attimo
come si sta a essere amati
- cose che si dimenticano
in fretta in un parco
a piede libero
senz'altro.

***

E poi ci approssimiamo ai bordi di un piccolo lago
in una mattina in cui si potrebbe credere
di essere in un mese diverso da questo
un mese in cui le rane cantano
e gli aironi stanno nascosti a covare
mentre io e te ci fotografiamo
sul pontile sul quale dei giovani
hanno scritto l'essenziale
qualcosa che - affermano - sia tutto.
E ci poniano la stessa domanda:
è tutto?
Una parte del tutto, quella esposta al sole
che ci scalda più delle vesti pesanti
di un inverno che vorremmo spingere
più in là.

lunedì 17 gennaio 2022

Una regola alla gola

«Orandum est ut sit mens sana in corpore sano»
No, non voglia di
dire di sì, ecco qua, 
le faccio vedere, controlli
mi dica se tutto è in regola -
una regola alla gola
che la stringe, la strozza, le impedisce
di respirare per bene, salivare, degustare
regolarmente
massì, mannò
ma li vedi anche tu quella serie di puntini neri
su campo bianco
o quel quadrato bianco tempestato di puntini neri
tutti pieni di pus
tutti pieni di cognomi 
che a dirli ti prende la regola alla gola
ti viene voglia di sgolarti
ingozzarti, ingolfarti.

Siamo tutti motori a iniezione diretta
i carburatori, i miscelatori non esistono più.

Si scoppietta, si spetazza, si ruttazza
si digerisce come si può
per quel che si può 
tutto è così trattenuto
anidride carbonica in primis
tutto è così costipato:
la purga diventa una missione


E mi siedo sul cesso
e ti penso
Italia, ah.
E andar di corpo m'è dolce in questo mare.

mercoledì 12 gennaio 2022

Ufficio anagrafe

«Ho perso di vista l'interesse comune», sentenziò Enza Paola agli altri astanti in attesa come lei di entrare all'ufficio anagrafe. «Roma è fottuta per bene e io mi domando con che faccia uno possa continuare a esserne sindaco».

«A culo», rispose un'anziana signora con voce squillante, nonostante lo straccio umido davanti alla bocca.

Strade con voragini, immondizia ovunque, gente mascherata e inospitale, negozi chiusi o sostituiti da catene di negozi uguali in tutto il mondo, senz'anima de li mortacci sua.
Che senso ha Roma? Ha senso per un capo gabinetto ministeriale, forse, con cinquemila e passa euro al mese di stipendio e la faccia da mentecatto messo di lì dai ras di turno che seggono in parlamento.
Il mondo in genere, l'Italia in particolare, Roma soprattutto è fatta per far sopravvivere la feccia. Con gli applausi della gente impaurita.

«Signora, che numero ha?».
«Il 32 dicembre». 
«Ah, allora tocca a lei». 
«Sì, ma che je dico all'impiegata? Che non voglio essere più italiana?»

Mica facile. È più facile dimostrare di non essere nati, che non essere nati qui.


martedì 11 gennaio 2022

Se la Costituzione fosse vostra madre

31 Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; 32 conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». 33 Gli risposero: «Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete liberi?». 34 Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. 35 Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre; 36 se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. 37 So che siete discendenza di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova posto in voi. 38 Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro!». 39 Gli risposero: «Il nostro padre è Abramo». Rispose Gesù: «Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo! 40 Ora invece cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità udita da Dio; questo, Abramo non l'ha fatto. 41 Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero: «Noi non siamo nati da prostituzione, noi abbiamo un solo Padre, Dio!». 42 Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato. 43 Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alle mie parole, 44 voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna. 45 A me, invece, voi non credete, perché dico la verità.

Vangelo di Giovanni, 8

lunedì 10 gennaio 2022

Cieli di gennaio

Un anno di Bidet, acqua corrente, a volte calda, a volte tiepida, a volte pure fredda. Guanto di spugna e mano: Guantanamo. Esiste ancora: aguzzini democraticamente eletti per il bene del popolo sovrano. Io sovrano poco, soprano meno, cantassi: voglio vivere così, col sole in fronte. Stupefatto. Non mi ricordo più nulla dei tempi di prima, quelli in cui andavo al supermercato, facevo la spesa e scambiavo un sorriso e un mezzo starnuto che, per educazione, avevo già prontamente rivolto al fazzoletto di carta. Ora non più. Non circola più un bacillo normale. Circola solo l'anormalità. Ma perché proprio all'Italia doveva capitare la classe politica più corrotta e infame di tutta la storia occidentale? Perché? 

Stamani, di rimbalzo, mi è venuta addosso una frase di Piero Calamandrei:
«Trasformare i sudditi in cittadini è il miracolo che la scuola può compiere».
E ho pensato che, in Italia, ciò che si può, non corrisponde mai a ciò che si vuole. 

***

Dalla finestra ho visto tante nuvole passare, di tanti colori, i colori delle nuvole: a strati, a cumuli, montate a neve o schiacciate come ghiaia. Ogni tanto, un filo di azzurro faceva capolino. Finché poi non si sono dirette tutte verso la Terra del Fuoco.

***

A un certo punto è venuta sera, una fredda sera di gennaio. Ho un debole per questo mese, perché i giorni iniziano a covare più luce e Orione è pronto a offrici un caffè senza bisogno di dimostrare alcunché. 

domenica 9 gennaio 2022

Maremma impestata ladra

La follia politica e collettiva prosegue a livelli tali che se si potesse da essa ottenere una forma di carburante, l'Italia avrebbe garantito decenni di indipendenza energetica, tanto che potremmo andare in culo agli americani, ai russi, agli arabi e a chi cazzo ne so.
Povere narici, povere gole umane vilipese per raccogliere tracce di saliva (che scendeva), prove di presenze occulte di salcazzo che.
E quanta gente ancora impaurita di morire, di morire, di morire, di morire, senza sapere che è morta di già.



Agitarsi non serve, imprecare nemmeno. Sicché si allarga la bocca più che si può per far finta di sorridere. E senza quella cazzo di mascherina effe effe loggia pi due. 

giovedì 6 gennaio 2022

Epifanie

Ho fatto due passi in campo aperto e, nel tratto più ripido del sentiero segnato da altri passi, altre tracce, comprese quelle di biciclette fuori strada, ho zampettato pure dentro l'acqua della pioggia notturna, non assorbita dal terreno, ciaf ciaf. Intorno, rami spogli debolmente illuminati da raggi timidi, ciuffi d'erba che sbadigliano dopo aver fatto da cuscino a qualche cinghiale, una quercia divelta e sdraiata a corpo morto lungo una scarpata, i pali della luce, un rapace che disegna cerchi sopra me. Lo invito a scendere, ma declina sibilando che, al momento, si trova senza scorta, sicché allarga il cerchio, vira verso ovest e si allontana da me.

Proseguo. Il cane annusa qualcosa in una forra. Si agita, tira: per fortuna siamo in salita: ne approfitto come fossi su una sciovia. Poi si ferma, piscia per l'ennesima volta e io per la mia prima. Abbiamo scopi svuotativi diversi. 

Ogni tanto alberi, cespugli, reti e lontani agriturismi, mi sentono imprecare come Saba. Camini fumano intorno, anziché pipe.


lunedì 3 gennaio 2022

Kafkianità

« Ci sono, nella storia moderna, delle tendenze che producono kafkianità sul vasto piano sociale: la progressiva concentrazione del potere che tende a divinizzare se stesso; la burocratizzazione dell'attività sociale che trasforma tutte le istituzioni in labirinti interminabili; la conseguente spersonalizzazione dell'individuo. »

« Se non ci si lascia ingannare da mistificazioni e da leggende, non si trova alcuna traccia significativa degli interessi politici di Franz Kafka; in questo senso, egli si distingueva da tutti i suoi amici praghesi, da Max Brod, da Franz Werfel, da Egon Erwin Kisch, come pure da tutte le avanguardie che, pretendendo di conoscere il senso della Storia, si compiacevano di evocare il volto del futuro. Come mai, allora, non le loro opere, ma quelle del loro solitario compagno, introverso e concentrato sulla propria vita e sulla propria arte, sono oggi leggibili come una profezia sociopolitica, e proprio per questo sono [erano] proibite in una vasta parte del pianeta?
Ho pensato a questo mistero un giorno in cui ero stato testimone di un piccolo episodio in casa di una vecchia amica. Essa era stata arrestata, durante i processi stalinisti di Praga del 1951, e condannata per delitti che non aveva commesso. Centinaia di comunisti, del resto, si sono trovati, a quell'epoca, nella sua stessa situazione. Tutti si erano sempre totalmente identificati con il Partito. Quando questo diventò tutt'a un tratto il loro accusatore, accettarono, al pari di Josef K., «di esaminare tutta la loro vita passata fin nei minimi dettagli» per trovare la colpa nascosta e, alla fine, confessare delitti immaginari. La mia amica riusci a salvarsi perché, grazie al suo straordinario coraggio, si rifiutò, a differenza dei suoi compagni, a differenza del poeta A., di mettersi alla « ricerca della sua colpa». Essendosi rifiutata di aiutare i suoi carnefici, diventò inutilizzabile per lo spettacolo del processo finale. Cosi, invece di essere impiccata, fu solo condannata all'ergastolo. In capo a quindici anni, fu completamente riabilitata e scarcerata.
Al momento del suo arresto, suo figlio aveva un anno. Quando usci di prigione, essa ritrovò dunque il figlio ormai sedicenne, ed ebbe la gioia di vivere con lui in una modesta solitudine a due. Non sorprende che nella madre nascesse un attaccamento appassionato per il figlio. Questi aveva già ventisei anni quando, un giorno, andai a trovarli. La madre stava piangendo, offesa e ferita. Il motivo era quanto mai insignificante: il figlio si era alzato troppo tardi quel mattino, o qualcosa del genere. 
Le dissi: «Perché te la prendi per questa sciocchezza? Ti sembra che valga la pena di piangere? Esageri!» 
Invece della madre, mi rispose il figlio: «No, mia madre non esagera. Mia madre è una donna eccellente e coraggiosa. Ha saputo resistere quando tutti cedevano. Vuole che io diventi un uomo onesto. È vero, mi sono alzato tardi, ma ciò che mia madre mi rimprovera è qualcosa di più profondo. È il mio atteggiamento. Il mio atteggiamento egoista. lo voglio diventare come mi vuole mia madre. E glielo prometto davanti a te».
Quello che il Partito non era mai riuscito a fare con la madre, la madre era riuscita a farlo con il figlio. L'aveva costretto a identificarsi con un'accusa assurda, ad andare a « cercare la sua colpa», a fare una confessione pubblica. Io guardavo, stupefatto, quella scena di miniprocesso stalinista, e all'improvviso capii che i meccanismi psicologici che funzionano all'interno dei grandi avvenimenti storici (e che sembrano incredibili e inumani) sono identici a quelli che determinano le situazioni private (banalissime e umanissime) »

Milan Kundera, L'arte del romanzo, Adelphi, Milano 1986

sabato 1 gennaio 2022

Ho scritto già una lettera

Buongiorno e buon anno. Ieri sera, poco dopo la mezzanotte, ho ripensato a Václav Havel. Siccome ho avuto vent'anni proprio intorno agli eventi storici che ci fecero credere che la storia, da lì in poi, fosse finita, ripenso spesso a chi pativa sulla propria pelle i dispostismi delle autorità, in quel caso "comuniste". Non importa niente se poi Havel, negli ultimi anni della sua presidenza, fu fagocitato dalla Nato e dagli Usa di Clinton e di Bush. Havel è stato un resistente. Insomma, per farla breve, ripensando a Havel ho ritrovato una lettera che ho provato a tradurre alla meno peggio, più che altro profanandola con degli inserti tra parentesi quadre.
Lui la scrisse al Dottor Husak. Io provo a inviarla, senza francobollo, ai dottori Draghi e Mattarella. Che risponderanno, va da sé...

« Anche se ogni giorno una persona prende degli ordini in silenzio da un superiore incapace e incompetente e, in modo formale, mette in pratica degli atti che privatamente trova ridicoli; anche se un individuo, capace di intendere e di volere, risponde senza esitare a questionari in modo opposto alle sue reali opinioni [per esempio firmando un consenso informato senza informarsi, oppure informandosi e vedendo palesi incongruenze, assurdità, impossibilità oggettiva di rispondere in modo consapevole e libero] e pertanto è disposto a firmarli lo stesso negando il proprio pensiero in pubblico; anche se, tale persona, non vede difficoltà a fingere simpatia o anche affetto là dove, in realtà, prova solo indifferenza o avversione, non significa comunque che abbia perso del tutto l'uso di uno dei sensi umani fondamentali; il senso della dignità.

Al contrario: anche se non ne parlano mai, le persone hanno un’opinione piuttosto elevata del prezzo che hanno dovuto pagare per la pace e la tranquillità esteriori: l'umiliazione permanente della loro dignità umana. Meno resistenza diretta gli oppongono – confortandosi con lo scacciare tale questione dalla loro mente o fingendo di credere che non abbia importanza; oppure semplicemente stringendo i denti – più profonda l'esperienza di tale umiliazione si incide nella loro memoria emotiva. L'essere umano che reagisce può dimenticare l’umiliazione rapidamente, ma l'essere umano che tollera a lungo di essere umiliato, deve ricordarlo a lungo. In realtà, quindi, nulla resta dimenticato. Tutta la paura che ha sopportato, la dissimulazione a cui è stato costretto, tutte le buffonate dolorose e degradanti e, peggio ancora, la sensazione di aver mostrato la propria codardia, tutto questo si deposita e si accumula da qualche parte nel fondo della nostra coscienza sociale e personale, e silenziosamente fermenta.

È chiaro che questa non è una situazione salutare. Se non trattati, gli ascessi suppurano; se il pus non può fuoriuscire dal corpo, la malattia si diffonde in tutto l'organismo. L'emozione umana naturale, la propria dignità umana, si deforma gradualmente in un crampo malato, in una sostanza tossica non dissimile dal monossido di carbonio prodotto da una combustione incompleta.

E allora non c'è da stupirsi che, quando la crosta si spezza e la lava della vita esce fuori, noi [vulcani minimi] sentiamo l’urgenza di correggere vecchi torti, ricerchiamo verità e forme corrispondenti ai bisogni della vita, senza nascondere i sintomi di odio bilioso, di  ira vendicativa e un desiderio febbrile d’immediato risarcimento per tutta la degradazione sopportata [dagli arresti domiciliari all’andrà tutto bene, dalle zone colorate al coprifuoco, dal certificato verde all’obbligatorietà di un trattamento sanitario inefficace per ottenere l'immunità di gruppo e, in certi casi, dannoso]. »