martedì 31 maggio 2022

Passasse il caso

 


A prescindere dal rammarico di non vedere nessuno dei due Matteo nazionali, se fossi  il presidente ucraino e avessi immaginato che tale prestigiosa rivista mi avesse circondato da siffatti personaggi storici (i quali - tranne, mi pare, Caterina Sforza - sono tutti morti ammazzati), mi sarei fatto fotografare con le mani sotto il tavolo.

lunedì 30 maggio 2022

Ve la do io, l'Ucraina

Un tal Lucas - Per curiosità, in alto a sinistra di questa pagina, ho cercato la parola ucraina ed è uscito fuori un po' di roba.
Anonimi lettori senza firma - E allora?
Un tal Lucas - Andate a fare in culo voi e il Partito Democratico.

sabato 28 maggio 2022

Sabati sindacali

Padiglione di un parco pubblico, convegno organizzato dal sindacato pensionati della cgil dal titolo Resistenza, pace, libertà. Resistenza scritto di rosso, pace di azzurro e libertà di giallo, tanto per far bestemmiare i morti italiani caduti per tutte e tre le cose. 
Saluti del sindaco. Saluti del rappresentante Anpi di zona (applausi, anche miei, ché si dice contrario all'invio di armi in Ucraina). Poi parla uno della camera del lavoro del capoluogo di provincia, il quale ricorda “l'assalto” alla sede nazionale di ottobre scorso, nel tentativo di mitizzare l'accaduto, ossia l'assalto “fascista” di quegli scalzacani di forzanova entrati come coltello nel burro, giacché la celere era intenta a verificare gli ammortizzatori dei furgoni blindati.
Poi prende la parola un altro responsabile, parla della difesa dei diritti del lavoro e conclude il suo intervento dicendo, in sintesi, che i vaccini sono sinonimo di libertà e grazie a essi «l'Italia è ripartita» (di cervello) e quindi era giustificato obbligare e discriminare i lavoratori.
Faccio un passo di lato. Poi un altro e un altro ancora, finché, sotto l'ombra di un magnifico pino, orino e lascio che il terreno assorba, oltre al liquido, anche il mio più sincero vaffanculo.

giovedì 26 maggio 2022

Narrate, o uomini, la vostra spesa

Supermercato, spesa veloce: qualche faccia ignuda in più. Le merde datrici di lavoro, tuttavia, e senza che vi sia regio decreto, la impongono a chi gli vende, per sussistere, la propria capacità di servizio. Luridi, come i sindacati. 
Ma torniamo a noi clienti... ecco una signora musulmana, con veste tipica e chador, vivallah a volto scoperto, che spinge un carrello; un giovane sui vent'anni, probabilmente il figlio, mette alcuni prodotti nel suo carrello; egli veste all'occidentale, jeans e maglietta con scritte giovanili e... becco effeffepidue. 
Giro la testa e, fortunatamente, un culo perfettamente modellato da leggins aderenti, mi consola un po'.

Vaccini d'Egitto

Ho ascoltato questo breve intervento del professor Giovanni Frajese tenuto l'altro ieri presso la Commissione parlamentare d'inchiesta sui vaccini anti-covid e mi (e vi) chiedo: se una commissione invita uno scienziato, lo lascia parlare, lo ascolta e ha orecchie per ascoltare, se non c'è un qualificato - come quello di Frajese - intervento di un altro scienziato che, sulla base di quegli stessi dati riportati da prestigiose riviste scientifiche internazionali, offre un'interpretazione e una conclusione di natura diversa (ma è possibile?), come fanno i parlamentari a deliberare qualcosa che cozza contro certe evidenze? 

Paniz! Che i vaccini siano anch'essi nipoti di Mubarak?

A ripensarci, mi rammarico profondamente di aver sprecato tanta rabbia e indignazione per niente, dodici anni fa. Avrei dovuto conservarla per tempi peggiori, come questi; facendomi crescere (e affilare) ben bene le unghie (e fortificare persino i canini,) per sbranare tutte le testedicazzo politiche televisive e virostar, le quali ancora, impunite, se stanno là a pontificare e comandar. 


domenica 22 maggio 2022

Finché gli uomini

« Finché gli uomini continueranno a non avere tra loro altri legami se non quelli che passano attraverso lo Stato, gli Stati continueranno a organizzare sistematicamente e periodicamente il massacro reciproco dei loro sudditi, senza che nessuna pressione dell’opinione pubblica, nessuno sforzo di buona volontà, nessuna transizione internazionale possano evitare un simile destino. La serie di massacri deve condurre o al trionfo di un solo Stato che riuscirebbe ad annientare una moltitudine di popoli sotto una nuova pace romana per poi disgregarsi lentamente, o alla distruzione reciproca degli Stati che finirebbero per spezzarsi sotto l’effetto di una tensione troppo grande. In ogni caso è inevitabile che la trasformazione che l’umanità da qualche secolo ha compiuto nel senso della centralizzazione sia un giorno seguita da una trasformazione in senso contrario; perché ogni cosa nella natura finisce col trovare il proprio limite. Ci sono due specie di organizzazioni diffuse che la storia ci consente di conoscere molto bene, e cioè le piccole città e i legami feudali. Nessuna esclude la tirannia né la guerra, ma ambedue sono più feconde e più favorevoli alle migliori forme di vita umana di quanto non lo sia la centralizzazione subita dagli uomini dell’epoca romana e da quelli della nostra epoca. L’umanità giungerà forse a qualcosa di analogo a una di queste due organizzazioni, oppure a una mescolanza delle due, o forse ne troverà una terza. Può darsi che quel tempo non sia molto lontano e che ora noi stiamo assistendo all’agonia degli Stati. Purtroppo gli Stati non possono agonizzare senza far agonizzare al tempo stesso molte cose preziose e molti uomini. Ma la somma delle miserie e delle distruzioni irreparabili nell’àmbito della materia e in quello dello spirito sarebbe minore, se un numero sufficiente di uomini responsabili fossero abbastanza lucidi e abbastanza decisi per preparare e favorire metodicamente la trasformazione che l’umanità, per buona sorte, non può evitare in nessun caso. »

Simone Weil, Sulla Germania totalitaria, (1939), Adelphi, Milano 1990 

sabato 21 maggio 2022

Mille Bolle


 Vada a scorreggiare dentro la vasca mentre fa il bagno, così esce il suo cognome.

giovedì 19 maggio 2022

Tenetela su, mi raccomando

Coop, un caldo pomeriggio di maggio. Sono quasi venti giorni che non è più obbligatorio indossare la mascherina nei supermercati ma, ciò nonostante, all'interno dei locali saremo forse un venti per cento a essere a volto scoperto (e dico forse perché ho la tendenza a contare per due ogni uomo e ogni donna che sono senza). 
Mentre giro tra gli scaffali, mi sento chiamare da una signora dal becco di pulcinella di mare. 
«Oh, maestro Luca, quanto tempo che non la vedo. Come sta?».
Sebbene la voce sia un po' distorta dal filtro effeffepidue, mi sembra di averla già sentita. Infatti.
«Sono la mamma di P. e D. che sono stati suoi alunni, si ricorda? Ho saputo che si è trasferito, non è più alla scuola di S.»
«Ah, sì, signora. Ricordo bene i suoi figli. Erano davvero bravi ragazzi, me li saluti. Sì, ho cambiato scuola. Adesso insegno ai grandi».
«Ah, peccato. I bambini, non solo i miei figli, avevano grande considerazione di lei, tanto che, quando c'era lei, erano sempre contenti di essere a scuola».
<Grazie, mi fa piacere. Mi creda: è dispiaciuto anche a me lasciare la scuola dov'ero. Ma vede, dopo lo scorso anno scolastico, il trasferimento era diventato una cosa necessaria: mi è impossibile continuare a insegnare a bambini e ragazzi a cui s'impongono delle regole assurde, insensate, contro ogni logica anche e persino sanitaria. Siamo rimasti l'unico paese al mondo in cui c'è un governo autoritario che impone di coprire naso e bocca ai propri studenti e io non voglio essere complice di questo abominio».
«Ho capito. Arrivederci».
E se ne va, senza aggiungere altro, sistemandosi, dietro le orecchie, gli elastici del proprio becco posticcio che nasconderà, sicuramente, una smorfia di disprezzo.

Io rivolgo lo sguardo agli scaffali e penso ai suoi figli, adesso grandi ma non maggiorenni, ai quali tutte le mattine ella si raccomanderà, anche con questi caldi, di tenere la mascherina sempre su, su, su...

 
P.S.
Per chi volesse farsi un'idea della condizioni tragiche in cui versa la scuola italiana, consiglio di ascoltare questo discorso di Elisabetta Frezza.



lunedì 16 maggio 2022

Ai disumani

Se voi foste abbastanza umani da capire
che siete disumani così tanto da perseverare
nel male che vi informa e nutre e che
le vostre azioni confermano senza posa,

allora cerchereste tutti i giorni
di mettere la testa dentro a un secchio
di mettervi una corda intorno al collo
di spararvi un colpo dove batte il cuore.

Siete così stronzi che la vostra digestione
non può produrre lo scarto che già siete
e perciò non vi fermate, per paura che subito
mosconi in volo si posino leggeri

sulla vostra putrefazione. Maledirvi
altro non resta, in senso proprio: dire
male di voi perché del Male siete
l'incarnazione. Solo quando sarete

sottoterra o trasformati in cenere
un po' di pace il girotondo terrestre
intorno al sole, a poco a poco,
nell'aere disammorbato dalle vostre facce

potrà riavere.

mercoledì 11 maggio 2022

Vedevo il mondo

Una volta vedevo il mondo 
un mondo che adesso sembra impossibile vedere; 
un mondo dove camminare era sicuro 
che la strada non diventasse una voragine.
Vedevo il mondo e, sebbene il dolore non mancasse, 
vedevo che la maggior parte delle facce 
si compiacevano di esistere in un'epoca in cui
si vociferava che la storia fosse finita e non avesse un seguito. 

Era caduto tutto, ogni muro - 
anche se in certi luoghi, a poco a poco, 
nuovi muri venivano innalzati. 
Ma in quel mondo le contese, 
tra gli opposti pretendenti al trono, 
non prevedevano di coinvolgere gli spalti; 
la lotta era tra maschere che, sul palcoscenico,
se le davano di santa ragione, 
facendo finta, beninteso, 
perché le bastonate di riflesso
piovevano sempre addosso a noi.

Noi che a poco a poco ci siamo trasformati
da popolo a pubblico, da spettatori 
che fiatavano sul collo ai gladiatori nell'arena
a telespettatori che al massimo ruttano
mentre i mentana, coi bigodini in testa,
fanno finta di domandare, di cercare la verità.

Dovevamo essere disabituati alla lotta, 
dovevamo essere definitivamente sedati
nel torpore del dopocena. 
E anche se sappiamo che il re è nudo
ce ne stiamo in panciolle, coi pantaloni della tuta,
a palle sciolte sul sofà.

D'altronde, ci sono i buffoni di corte ad agire per noi, 
a raccontarci storielle consolanti 
per farci ridere o per far piangere 
lacrime in diretta nel caso ci fosse
da sacrificarsi un po' e dare il nostro
contributo come richiesto dalla pubblicità.

[...]


sabato 7 maggio 2022

La cinquantunesima stella

Da quando gli americani hanno conquistato l'Italia, non l'hanno più mollata e non capisco ancora cosa aspettino, gli Stati Uniti, ad aggiungere una stella in più alla loro bandiera. Una stella mediterranea, senza tanti infingimenti. Almeno il popolo italiano potrebbe - per quel che vale (zero virgola che?) - avere la garanzia di votare ogni quattro anni, DiMartedì. E la si finisse una volta buona con questa storia di essere uno stato indipendente! Avete rotto i coglioni a forza di prenderci per il culo. E ora il non eletto, il messo lì con gli osanna del Capitale, servitù annessa applaudente, non nasconde neanche più con una finzione di andare là, oltre oceano, a prendere ordini, dispacci, comandi, sì signore, un inchino, tanto carino è questo funzionario. Era meglio quando i rapporti con l'Amministrazione yankee li teneva direttamente la mafia: almeno i mafiosi ottenevano qualcosa per il territorio, da bravi uomini d'onore. Questi facente funzione di stocazzo, mezzi uomini, piglianculo, ominicchi e quacquaracquà, che non valgono il pelo di un coglione di un lavoratore sospeso perché non ha ceduto al ricatto del certificato merda, devono decidere per un'intera popolazione come se ne avessero legittimazione morale e spirituale, e non solo la merdosa formalità del raggiro costituzionale. Fate schifo, tutti. Indegni di rappresentare quel che resta di una nazione imbambolata, di milioni di individui che ancora portano la mascherina come ebeti per rispetto. Rispetto di chi? Della merda inquinata che ci rappresenta? Ma ripigliatevi, datevi una scossa, bevete un cordiale, fatevi una pippa, ricordate che avete cantato anche voi La terra dei cachi e vergognatevi. E pentitevi. Ma soprattutto: spengete quella cazzo di televisione che vi rimbomba nel cervello falsità.

venerdì 6 maggio 2022

Trampolini

 « Le circostanze in cui è caduto il fascismo sono state poi tali da rendere completamente utopistico ogni spirito rivoluzionario. Non è possibile fare delle innovazioni radicali con la presenza delle truppe di occupazione. Il governo inglese e quello americano considerano il nostro paese come un possibile trampolino di lancio nella prossima guerra contro la Russia e hanno tutto l'interesse ad appoggiare i reazionari, loro eventuali alleati contro i comunisti. È vero. Noi abbiamo perduto la partita. Ma le carte che avevamo in mano non ci permettevamo di vincerla. »

Lettera di Ernesto Rossi a Gaetano Salvemini del 20 marzo 1946, in G. Salvemini, Lettere dall'America

mercoledì 4 maggio 2022

Polli d'allevamento

L'Italia è un paese che odio, diciamo olio, ch'è più unto e scivola meglio sui sentimenti che, auspicabilmente, dovrebbero essere il meno intensi possibile verso chi non si ama, verso chi si disprezza, verso chi non si vorrebbe aver niente a che fare e invece si ha che fare, dato che il caso ci ha piombato addosso quest'epoca e questa nazione regolata da disposizioni di legge che cozzano, ledono, rompono i coglioni al diritto di vivere la propria vita di bipede che non calpesta i piedi altrui.

Io li vedo, i miei simili, che ancora portano quello straccio pieno di microbi davanti alla bocca, impedendosi a una corretta respirazione. Li vedo - e ho pena per loro, mi mortificano, mi urtano il nervoso, li vorrei tutti mandare a fare in culo, ma non lo faccio, è un pio desiderio, Giusto. Però devo fare qualcosa. Che cosa? Cantare:

Cari, cari polli di allevamento
che odiate ormai per frustazione e non per scelta;
cari, cari polli di allevamento
con quella espressione equivoca e sempre più stravolta.
Immaginando di passarvi accanto
in una strada poco illuminata
non si sa se aspettarsi un sorriso
o un coltellata.
Dlin dlan, dlin dlon.

P.S.
Per i lavoratori costretti dai "prenditori" di lavoro a portare il cencio davanti alla bocca, sappiate: i protocolli d'intesa tra confindustria e sindacati non sono legge. Mandate a fare in culo e gli uni e, soprattutto, gli altri - i sindacani di razza padrona.

lunedì 2 maggio 2022

Mistero degli Esteri

« Superfluo, superfluo... Magnifica parola, e ben trovata. Più penetro in me stesso ed esploro con attenzione la mia vita passata, più mi convinco che questo termine risponde rigorosamente a verità. Superfluo, appunto. Termine che ad altre persone non si applicherebbe... Ci sono persone cattive, buone, intelligenti, sciocche, piacevoli e sgradevoli; ma non... superflue. Cioè, vorrei che mi si capisse: anche di costoro l’universo può fare a meno; ma l’inutilità non rappresenta la loro caratteristica principale, non è il loro tratto distintivo e, quando vi capita di parlare di costoro, ‘superfluo’ non è la prima parola che vi si arrampica sulla punta della lingua. Per quanto riguarda me, invece, altro non si può dire se non: superfluo; e fine del discorso. Una persona in sovrappiù: tutto qua. »

Ivan Sergeevič Turgenev, Diario di un uomo superfluo, (traduzione di A. Niero), Voland, Roma 2014

Domande produttive

 
« Le nuove guerre incominciano là dov'erano finite le precedenti. Anche se il punto di transizione non è perfettamente visibile, la transizione storica non solo è visibile ma si impone come risultato dei rapporti capitalistici. La sovrapproduzione di capitale, che è sempre sovrapproduzione di merci, trova nuovi sbocchi soltanto sovradimensionando il mercato. È inevitabile assistere alla risposta automatica, immediata, dell'intero ciclo di produzione, il quale comprende la guerra ».

dal Supplemento al n. 50 della rivista N+1

Per alcuni amici, chiedo: quanto incide sul pil nostrano la produzione di armi? Tale settore produttivo, che in questo periodo sta indubbiamente vivendo un momento di “vendemmia”, ha assunto un po' di disoccupati in cerca di lavoro? Se sì, con quale tipo di contratto? Indeterminato, determinato o a chiamata? Inoltre, l'organizzazione del lavoro nelle fabbriche di armi prevede quale turnazione? Quante ore al giorno fanno gli impiegati e gli operai e per quanti giorni a settimana? Gli straordinari sono graditi? Esistono i rappresentanti sindacali del settore? I lavoratori sono inquadrati come metalmeccanici? C'è uno spaccio aziendale, una mensa con le razioni K.? Avendo, la merce prodotta, delle caratteristiche particolari, occorre che la fabbrica sia sorvegliata da agenti della sicurezza che operano 24 ore su 24? Se sì, costoro hanno lavorato anche ieri, domenica primo maggio?